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Il sodalizio tra la Juventus e Mino Raiola sembrava essere una certezza. Un legame saldo, per quanto i legami d'affari possano essere saldi. Già, perché basta cambiare forse due lettere per trovare tutte le differenze. Da "saldo" a "soldi", il passo è breve. Perché infondo, vien difficile pensare che si parli d'altro, quando il lavoro del procuratore è, sostanzialmente, quello di garantire al proprio assistito il maggior guadagno possibile. Il capitalismo ci ha insegnato che il meccanismo funziona, anche nel mondo del calcio, che sempre più rappresenta l'ultimo baluardo del sistema economico che ha condizionato le nostre vite da un secolo a questa parte: più tu guadagni, più io guadagno. Da questo non si scampa. Così, riprendendo le cifre proposte da Bild, Earling Braut Haaland passa al Borussia Dortmund per 22 milioni di euro, a prezzo di clausola, mentre altrettanti sono stati spesi dai tedeschi in commissioni varie: anzi, uno in più. Perché 15 sono finiti nelle casse di Raiola e della famiglia del giocatore, 8 secchi al fenomeno norvegese. 

Insomma, una cinquantina di milioni che, forse, avrebbe potuto spendere anche la Juventus. Specialmente, forte del rapporto che, da De Ligt a Pogba, i bianconeri avevano instaurato con Raiola. Eppure, l'ha spuntata il Borussia. In queste cose però, non si può portare rancore. Si deve accettare la cruda realtà, laddove le amicizie sono tali solo in base al CRO del bonifico. Raiola, comunque, non gela nessun asse, anche perché non gli conviene. Così, bruciato per il momento Haaland, la Juve può continuare a guardare alla sua scuderia e, perché no, meditare ad un altro colpo. Non sia che, addirittura, lo stesso procuratore non sfrutti l'occasione per farsi perdonare qualcosa: Pogba, ancora, per i sogni dei tifosi. Irreale, non quanto possa essere invece il talento dell'Ajax Ryan Gravenberch. Insomma, chiusa una porta, si apre un porto... no, si apre una cassaforte, pur sempre di calciomercato si parla.