DERBY D'ITALIA - "Il mio presunto tocco col braccio nell'azione del gol-vittoria contro l'Inter? In Francia non si sarebbe alzato tutto questo maremoto mediatico. In Italia ho capito che è sempre così, quando c'è qualcosa che può far discutere, se ne parla tanto e per tanto tempo. Da noi invece un po' meno, ma lo capisco perché in Italia il calcio è vissuto quasi come una religione e quindi rappresenta una parte molto importante per la vita delle persone che lo seguono e sono tifosi. Per cui posso comprendere il motivo per cui da voi si parla così a lungo di tutto ciò che avviene sul terreno di gioco. L'impressione che ho ricavato domenica è di un'Inter meno forte di quella che abbiamo sfidato all'andata a Torino, anche di quella dell'anno scorso e di due stagioni fa. Ho avuto la sensazione che loro provassero meno sicurezza, del resto in questo campionato hanno perso molte partite".
VS INTER - "Juve favorita in Coppa Italia? Beh, se guardiamo cosa ha detto il campo in questa stagione, allora ecco che dobbiamo evidenziare la nostra vittoria a Torino e poi quella recente a casa loro. Quindi dal punto di vista puramente psicologico, questo può rappresentare un piccolo vantaggio. Comunque se prendiamo la nostra rosa e la loro, vediamo che i valori sono abbastanza simili. Se guardo indietro a queste ultime settimane e penso alle nostre prestazioni, non posso che essere fiducioso sia per la conquista della Coppa Italia, sia dell'Europa League".
JUVE - "La particolarità è che la base è sempre e comunque il lavoro e questo mi piace perché io ho sempre cercato di lavorare duro e applicarmi, questa è la vera ragione che mi ha fatto arrivare dove sono. Il lavoro per me è alla base di tutto e per questo la Juventus è un’altra realtà, rispetto a tutti gli altri club. Non ho conosciuto altre società italiane, ma non penso che ce ne siano altre come la Juventus".
QUI la seconda parte dell'intervista.