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In Francia lo chiamavano 'cavallo pazzo' per le sue prepotenti sgroppate palla al piede. In Italia, invece, per buona parte della stagione Adrien Rabiot è rimasto in letargo, facendo venire più di un dubbio sulla validità di questo soprannome. Poi, come un fulmine a ciel sereno, il centrocampista della Juve si è svegliato dal sonno il 7 luglio contro il Milan, con un coast to coast di rara bellezza concluso con uno splendido mancino da fuori area. Da quel momento, il francese ha riacquistato fiducia nei propri mezzi, fornendo prestazioni di alto livello e avventurandosi in sgroppate sempre più frequenti. È tornato il Rabiot ammirato al PSG, tanto da guadagnarsi una chiamata in Nazionale che mancava dal 17 marzo 2018.

STRAPPI E NON SOLO, SARRI… - I dissapori con Deschamps e la rottura con il Paris Saint-Germain lo avevano allontanato dal giro della nazionale francese, ma ora la musica è cambiata, il ct l'ha perdonato e Rabiot è pronto a rimettersi in gioco. Quasi un dovere a soli 25 anni d’età. E la Juve stessa ripartirà da lui, la perseveranza di Sarri nello schierare l’ex parigino nonostante le critiche è stata utile per consegnare a Pirlo un centrocampista rinato. Perché Rabiot non è solo strappi e forza fisica, ma anche tecnica, palleggio e tiro, qualità che lo hanno portato ad essere un titolare inamovibile. McKennie è stato solo il primo dei rinforzi in mediana richiesti dal nuovo tecnico bianconero, ma chiunque arriverà a Torino dovrà prendere atto della concorrenza: c’è un cavallo pazzo che non vuole smettere di correre.