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Le parole su McKennie e Bentancur, su Morata, sul doversi mettere a correre, sulla rabbia di aver perso punti per strada... nelle interviste di Massimiliano Allegri dopo la vittoria di sabato sulla Fiorentina sono emersi tanti temi, ma ce n'è uno che è passato in cavalleria come se l'avesse buttato lì senza nessun peso. Di fatto, rispondendo a una domanda di Massimo Ambrosini su Dazn, l'allenatore della Juventus ha fatto praticamente il manifesto del suo calcio, venendo allo scoperto se così si può dire:

IL CONCETTO CARDINE - Ci sono i 4 dietro che permettono di vedere e sviluppare il gioco, poi i 3 in mezzo e quelli davanti che si arrangiano, basta si facciano trovare nelle giuste posizioni per avere equilibrio e poter essere imprevedibili in attacco. In sintesi, questo è quanto. Allegri nel giro di due giorni, tra conferenza pre e dichiarazioni post Fiorentina, ha espresso buona parte della propria filosofia: quella sulla crescita dei giovani al venerdì, quella sul come far giocare le proprie squadre al sabato.

IL CALCIO DI MAX - Ciò che deve curare l'allenatore, secondo questa linea di pensiero, è soprattutto la fase difensiva, inteso come apporto che tutti gli effettivi devono dare in copertura, dai difensori agli attaccanti. Dopodiché, quando si tratta di costruire, libera inventiva dei singoli. Un calcio poco codificato in fase offensiva, che richiama quel principio dell'ultimo tiratore nel basket che tanto fu chiacchierato alla fine del primo ciclo allegriano alla Juve. E che in alcuni momenti di questo difficile inizio di stagione, sembra tradursi in una mancanza di idee e di capacità di smarcare i giocatori per creare pericoli agli avversari.