UN GIOIELLO - Eppure la possibilità di venire in bianconero ce l'ha avuta davvero. E' la fine degli Anni '70 quando la Juve fa seguire dagli osservatori un ragazzino riccio che in Argentina considerano il nuovo fenomeno. A 15 anni è entrato nella storia come il debuttante più giovane del campionato argentino - record poi battuto dal futuro genero Sergio Aguero - nel 1978 è capocannoniere del campionato con la maglia dell'Argentinos Juniors. Gli scout bianconeri tornano a Torino con relazioni positive, negli occhi hanno ancora le giocate di quel ragazzino che una volta segnò anche dal dischetto del centrocampo al fischio d'inizio. Colpi da campione.
LA CHIAVE SIVORI - Qualche anno prima, tra la metà degli Anni '50 e '60, a Torino ha giocato un attaccante da più di 100 gol nato in Argentina a San Nicolás de los Arroyos, provincia di Buenos Aires: si chiamava Omar Sivori, e nella testa dei dirigenti della Juve sarebbe stata lui la carta che avrebbe portato Maradona in bianconero. Sivori contatta Diego e gli parla di Torino e del mondo Juve, che lui porterà sempre nel cuore fino all'ultimo giorno. Il tentativo di convincere il piccolo fenomeno argentino però fallisce: Maradona non si sentiva ancora pronto per il grande salto e disse di no, in ordine, a Juve, Arsenal e Barcellona.
SALTA TUTTO, POI... - Poi arrivò il Napoli, rappresentato da Gianni Di Marzio, che avendo saputo dell'interesse della Juve ha voluto mettere tutto nero su bianco: andò in Argentina, lo fece firmare negli spogliatoi durante l'intervallo di una partita. Alt, tutto rimandato di qualche anno (ma all'epoca non potevano saperlo): il presidente Ferlaino non vuole portarlo in Italia e salta tutto. Nel frattempo Diego va prima al Boca Juniors e poi al Barcellona, dal quale nell'estate 1984 il Napoli lo prende per 13 miliardi. Maradona sbarca in Italia, e la Juve sarà sempre, solo un'avversaria.
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