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Da qualche ora Andrea Pirlo è ufficialmente il nuovo allenatore della Juventus. Una gioia immensa, un obiettivo raggiunto, quasi inaspettatamente, un risultato che un tempo non era nemmeno nelle sue idee. Tornando indietro, infatti, si scopre che lo stesso Maestro non si vedeva in panchina. Il dubbio più grande, infatti, era il suo, quando nella sua biografia "Penso, dunque gioco", scritta con Alessandro Alciato, rivelava: "Non punterei nemmeno un centesimo su un mio futuro da allenatore. È un lavoro che non mi entusiasma, prevede troppi pensieri e uno stile di vita esageratamente simile a quello dei calciatori. Ho già dato. Rivoglio indietro, almeno in parte, una parvenza di vita privata. Di Conte ne esiste uno solo e va bene così". Un'idea cambiata in fretta, con i corsi a Coverciano iniziati senza troppe pretese, ma che l'hanno subito coinvolto. E' la sua strada, l'ha capito, l'ha percorsa. E il suo percorso, ora, comincia da una della panchina più belle e affascinanti, ma anche difficili. 

E c'è un'altra previsione interessante che arriva dal passato, questa volta azzeccata. Risale a una diretta dello scorso aprile, realizzata dalla pagina Instagram Il Nuovo Calcio, in cui Pirlo spiegava il proprio progetto:  “Futuro da allenatore? Sono più orientato verso le prime squadre e non verso le giovanili. Credo di aver bisogno di avere un obiettivo ben preciso da raggiungere, ho voglia di risentire quell’adrenalina della partita, la vittoria o la sconfitta, la responsabilità. Credo che il percorso giovanile non faccia per me, non è una cosa che può piacermi. Preferirei iniziare con i grandi”. Detto, fatto. Una previsione che solo per 8 giorni è stata infranta, prima della promozione.