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Quando la Juve non fa gol, allora non vince. Sembra una regola non scritta, ne ha i tratti e la solennità. Ha la cadenza senz'appello, tale delle norme. Però è una coincidenza. Atroce, coincidenza. Che spiega tanto della Juventus: adesso solida in difesa, non più cinica in attacco. Ecco, come mai? 

MANCA IL CENTRAVANTI - Si spiega con la sfortuna, come tanti aspetti di questa squadra. Si spiega però anche con l'assenza di Morata dalla zona gol: lo spagnolo non timbra il cartellino in campionato dal 19 dicembre dello scorso anno. Sono passati due mesi dal guizzo con il Parma, poco più dalla chiusura del momento magico, in cui di Morata si profetizzava il cambiamento mentale e tattico, tale da rivoluzionare questa squadra. Pure qui: tanta letteratura, la sostanza era un periodo di forma più che discreto e l'attitudine mentale da campione in costruzione. Poi è successo quello che sempre succede: nella vita e nel calcio vivono gli alti così come i bassi. E la Juve non ha solo perso Morata: ha smarrito il centravanti. L'uomo della profondità, ma anche dei tocchi decisi e decisivi. Per intenderci: sui 10 assist vincenti dello spagnolo, 6 sono arrivati per Cristiano. Altro desaparecido in quel di Napoli. 

E CRISTIANO? - Due occasioni colossali, errori non da Ronaldo. A pagare è sempre la Juventus. Che sul corale ha poco da recriminare: la difesa ha lavorato bene, il centrocampo ha provato a filtrare pur patendo le difficoltà di Bentancur e la poca utilità di Rabiot nell'altra fase. L'attacco di CR7 no, è stato un flop. Non nella creazione, bensì nella finalizzazione. Il paradosso dei paradossi se parliamo dell'uomo dai 23 gol nelle 25 partite. Che però si spiega anche con l'atteggiamento del portoghese negli ultimi due mesi: il percorso fisico prevede sempre un calo in questo periodo di tempo, e intanto la Juve ha corso anche per lui. Nelle barricate di Napoli, serviva il colpo e lo sparo, serviva che con la polvere del suo talento creasse le basi per evitare la beffa. Non la staticità del fuoriclasse da palla sui piedi. E perdonate la lesa maestà...