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Il Dottor Santoriello - è noto - ha dichiarato di “odiare” la Juventus, di essere stato, in pratica, costretto (gli “ è toccato”) ad archiviare alcune inchieste relative alla stessa squadra e , sempre riferito ai bianconeri, di “essere contro i ladrocini”. Il magistrato è parte in causa nell' inchiesta Prisma, che ritiene alcuni dirigenti juventini responsabili d'una certa serie di reati: ha indagato, insieme ad altri due magistrati, attraverso analisi documentali, ma, soprattutto, con intercettazioni telefoniche e microspie ambientali. Ha anche il ruolo di rappresentare l'accusa.

A chi ha criticato fortemente questo magistrato per l'inopportunità (che arriverebbe a determinare una vera e propria inadeguatezza a svolgere il suo ruolo) delle frasi pronunciate proprio contro chi accuserà in tribunale, è stato fatto notare che non si tratta di un giudice, ma, appunto di un Pubblico Ministero. In sostanza  - è stato detto -  non deve mica giudicare, deve solo accusare e quindi che “odi” o “ami” la Juventus non inficia il giudizio perché è chiaramente di parte.
Vale la pena, a questo punto, riportare l'articolo 358 del Codice di Procedura Penale: “Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell'articolo 326 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini”. Avete letto bene? Il dottor Santoriello, nel caso in questione, avrebbe dovuto anche “svolgere accertamenti su fatti e circostanze a favore” della Juventus. Non siamo in presenza, dunque, solo del  dovere di accusare, ma anche del dovere di discolpare. Dunque, anche il pubblico ministero dovrebbe essere equidistante nei confronti dell'indagato o dell'imputato. Prima, durante e dopo.

Tant'è che vi sono casi in cui la stessa pubblica accusa chiede il proscioglimento. L'articolo 13 del Codice Etico della Magistratura (una specie di Vangelo professionale e non solo) rafforza il concetto: “Il pubblico ministero si comporta con imparzialità nello svolgimento del suo ruolo, indirizza la sua indagine alla ricerca della verità acquisendo anche gli elementi di prova a favore dell'indagato e non tace al giudice l'esistenza di fatti a vantaggio dell'indagato o dell'imputato (….)”.

Vi è dunque un'indubbia necessità di equidistanza sia da parte di chi indaga, sia da parte di chi accusa. Vi pare che chi dichiara pubblicamente il proprio odio per una parte, per un indagato ed, eventualmente, per un imputato sia equidistante? Il Dottor Ciro Santoriello, Pm amante del Napoli, odiatore della Juventus indagata è stato ed è equidistante?