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Ed ecco che, come un fulmine a ciel sereno a pochi giorni dal Natale, il caso plusvalenze torna improvvisamente d'attualità. Nelle 14mila pagine che la Procura Federale ha acquisito dagli inquirenti torinesi esistono infatti "numerosi nuovi e ulteriori, indizi gravi precisi e concordanti idonei a modificare la decisione finale". E ora, come spiega La Gazzetta dello Sport, non conta più il singolo momento, l'affare sospetto, ma il sistema "collaudato nel tempo dalla Juventus di scambi incrociati di calciatori con altre società sportive non finalizzati a dotare la squadra di determinate qualità tecniche bensì di realizzazione di plusvalenze". Il tutto "senza esborsi finanziari" con "scambi addirittura a prescindere dal soggetto da scambiare spesso neanche nominato se non con una semplice X". E c'è anche un'intercettazione di Massimiliano Allegri: "Il mercato di oggi è quello vero, dove uno va a comprare il giocatore che gli serve, cioè tu devi capire che il mercato dell'anno scorso era solo plusvalenze […] e quindi era un mercato del cazzo".

Negli atti viene poi citata anche una nuova relazione della Consob che non era nota nei primi processi sportivi. A quanto ammontano le plusvalenze sospette? Per la Procura di Torino a 156.143.000 euro per i tre esercizi di bilancio contestati, per la Consob a 60.376.449 per il 2021-2022. Furono decisive per iscriversi al campionato? Come sottolinea La Gazzetta dello Sport, dalla risposta dipendono anche le eventuali sanzioni nei confronti del club. "Le irregolarità gestionali portano a multe e squalifiche, l'eventuale "doping" finanziario per poter essere in regola con le licenze significherebbe il rischio di penalizzazioni (sanzione minima) e di retrocessione. Ma quest'ipotesi resta nel caso della Juventus molto remota".