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"C’è chi la definiva «finanza creativa». E c’è chi, battendo sulla spalla di Fabio Paratici (il quale sorrideva compiaciuto), chiamava il dirigente della Juve «il mago delle plusvalenze»".

Inizia il Corriere della Sera, che aggiunge: "Operazioni di maquillage al bilancio che permettevano – non solo alla Juventus – di sistemare i conti senza sborsare denaro e che, in buona sostanza, consistevano nell’attribuzione di valutazioni evidentemente fuori mercato ai calciatori. In questo modo i conti nell’immediato apparivano in ordine, perché le cessioni finivano nella parte attiva, mentre la (presunta) spesa per i giocatori acquistati veniva spalmata sugli anni di contratto del calciatore stesso. Una soluzione estrema, emergenziale, che già aveva creato grandi problemi finanziari ai nostri club a inizio millennio quando Inter e Milan erano state anche processate dalla magistratura ordinaria e poi assolte per ché il fatto non costituiva reato".

E ora? Cos'è cambiato? "Il motivo è semplice: si è mossa la Consob. Fino a qualche mese fa - si legge - di plusvalenze fittizie si era occupata – ogni tanto, quando non poteva farne a meno – la giustizia sportiva. La quale partiva però da un concetto che di fatto annullava ogni possibilità di condanna: la soggettività della valutazione dei calciatori. Ora che è entrata in azione la Consob gli scenari ovviamente cambiano anche a livello sportivo, tant’è vero che la Covisoc – l’organismo di vigilanza della Figc – ha segnalato alla procura federale 62 operazioni di mercato che meritano attenzione".