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Sono state rese note le motivazioni della sentenza che ha portato alla penalizzazione di 15 punti ai danni della Juventus per il caso plusvalenze. Secondo la Corte d'Appello Federale, l'illecito del club bianconero "è grave", e "i nuovi atti provano l'intenzionalità".

In sintesi, stando a quanto si legge nelle 37 pagine del faldone, è stato possibile riaprire il processo dato che in un primo momento non erano disponibili tutte le prove poi arrivate dalla Procura di Torino. 

A pagina 19, si legge infatti che "il ricorso della Procura federale, proposto ai sensi dell’art. 63, comma 1, lett. d), CGS, deve essere dichiarato ammissibile. Per l’effetto, deve essere revocata la pronunzia n. 0089/CFA/2021-2022 del 27.05.2022 di questa Corte federale d'appello. È indiscutibile che il quadro fattuale determinato dalla documentazione trasmessa dalla Procura della Repubblica di Torino alla Procura federale, e da questa riversata a sostegno della revocazione, non era conosciuto dalla Corte federale al momento della decisione revocata e, ove conosciuto, avrebbe determinato per certo una diversa decisione. Esattamente secondo quanto previsto dall’art. 63, comma 1, lett. d), CGS. E si tratta di un quadro fattuale sostenuto da una impressionante mole di documentazione probatoria".            

Nel merito è stato ritenuto che la Juve abbia commesso l'illecito, "vista la documentazione proveniente dai dirigenti del club con valenza confessoria e dai relativi manoscritti, le intercettazioni inequivoche e le ulteriori evidenze relative a interventi di nascondimento di documentazione o addirittura manipolatori delle fatture".