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Tra le operazioni contestate alla Juventus dalla Procura di Torino c'era anche quella di Franco Tongya, ceduto al Marsiglia nel gennaio del 2021 per 8 milioni di euro con Aké che fece il percorso inverso raggiungendo Torino. Il giovane calciatore, attualmente all'Odense in Danimarca, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport in cui racconta anche come ha vissuto gli ultimi mesi in cui il suo nome è stato al centro del tema legato alle plusvalenze.

SUL TRASFERIMENTO - "Se sapevo che il mio cartellino era stato valutato 8 milioni? Si. Non mi sembravano pochi, ma neppure una cifra esagerata. Le cifre dei trasferimenti si erano gonfiate parecchio negli ultimi anni, in più io venivo da un’ottima stagione. Ero il calciatore più giovane della Juventus Under 23, ero stato inserito nella Top 11 della Youth League e anche del Mondiale Under 18. Lì per lì, non ci ho visto nulla di strano. Nei mesi scorsi mi hanno scritto amici e compagni, chiedendomi cosa fosse successo e cosa mi sarebbe accaduto. Io però non ne so nulla, certi fattori non influiscono sul mio percorso”.

LA SCELTA - "In quel momento non vedevo grossi margini di crescita nella Juventus. Mi sentivo pronto per giocare in prima squadra, ma davanti avevo dei mostri sacri come Dybala, Cristiano Ronaldo e decine di fenomeni. Villas Boas mi apprezzava e mi voleva con sé: non ci ho pensato un attimo. Preferivo la prima squadra del Marsiglia all’Under 23 bianconera".

IL PASSAGGIO IN DANIMARCA - "Era quello di cui avevo bisogno e sono contento per i risultati. In estate ho deciso di lasciare il Marsiglia e ho ricevuto qualche offerta dalla Serie B, però la proposta dell’Odense sembrava allettante. La città è carina e vicina a Copenaghen, in squadra ci sono tanti giovani che giocano titolari. Rispetto all’Italia, ho trovato un posto dove ci è concesso sbagliare. Attualmente siamo quarti in classifica e in piena corsa per i playoff-scudetto”.

IL RETROSCENA SU RONALDO - "E’ un giocatore straordinario, però non ho un vero e proprio idolo. Guardo Leao, Neymar e Kvaratskhelia, ho avuto la fortuna di allenarmi con CR7. La prima volta che l’ho visto ero immobile, non sapevo come comportarmi. Mentre mi chiedevo se fosse il caso di salutarlo, ha rotto il ghiaccio dicendomi “ehi bonito, come va?”. Da Ronaldo a Chiellini e Pjanic, sono tutte persone normalissime, disponibili e alla mano".

L'IMPORTANZA DI RAIOLA - "Moltissimo. Mino mi ha seguito per anni, il primo incontro è stato incredibile. Mandò un’auto a prendere me e la mia famiglia, siamo arrivati a Montecarlo e ci ha accolti nella sua casa. Avevo una media di una rete ogni due partite e, giocando sulla fascia, non mi sembrava male. Eppure lui voleva più gol: disse che, se avessi segnato di più, mi avrebbe fatto fare una valanga di soldi. Una settimana dopo ho segnato contro il Real Madrid in Youth League. Alla fine del match mi ha chiamato per dirmi che, insieme, avremmo fatto grandi cose. Sono stato fortunato, dopo la sua scomparsa, a trovare altre persone capaci di aiutarmi a fare le scelte giuste. Youfirst si è occupata della trattativa con l’Odense, il club ideale per proseguire il mio percorso di crescita".