MENO DIRIGENTI, PENA INFERIORE - A proposito della sentenza che arriverà sul caso plusvalenze, la Juve, riporta il quotidiano, partirà con il sostenere che — se ci sono meno dirigenti coinvolti — il "conteggio" della penalità non potrà non tenerne conto. Dall'altra parte, è probabile che il procuratore, Chiné, sottolinei che il ruolo avuto dai dirigenti "minori" sia pesato poco nella richiesta iniziale di penalizzazione. La difesa della Juve si baserà poi su altri tre punti fondamentali.
DIFESA JUVE - Il club ha adottato da tre anni un modello di prevenzione, un codice di vigilanza interna che potrebbe costituire un’esimente rispetto alla sanzione, posto che la società non ha certo il potere di intercettare i dirigenti. C'è poi il tema della "discontinuità" tra la vecchia società, guidata da Andrea Agnelli e il nuovo corso con Ferrero Presidente. Dei quattro dirigenti condannati infatti, solo uno (Federico Cherubini) è ancora un tesserato del club.
IL PRECEDENTE - Infine, la questione dell'afflittività; la Juve sostiene che già scendere dal secondo al quarto posto sia un danno visto che in mezzo ballano circa 10 milioni di euro. In ogni caso, prima va determinata la pena e poi si decide se risulta afflittiva in questo campionato o se dovrà essere scontata nella prossima stagione. La difesa, scrive il Cds citerà come precedente il caso Foggia: di fronte a contestazioni di fondi in nero e riciclaggio il club fu punito con un -6.