ATTACCANTI - "Vlahovic? Non lo conoscevo, ma l’impressione è che sia davvero forte. Se segna sempre così... Dybala mi ha commosso e divertito quando si è steso sul campo come me nell’Intercontinentale. Gli ho fatto arrivare un messaggio. Bello vederlo giocare: forte, tecnico, mancino. Sivori, non Platini".
CRITICHE ALLEGRI - "Ti adatti ai giocatori. E rafforzarsi non è facile, ci sono club che hanno più soldi. Rispetto al calcio inglese quello italiano è meno offensivo, ma in Inghilterra è tutto bello, stadi, pubblico, campo, tv, giocatori, poi arrivano in Italia e non beccano palla. A me non dispiace questa varietà, ci sono Guardiola e Allegri. Due squadre che si affrontano con il tic-toc sono noiose".
RONALDO - "Con tutta la stima per lui e Messi, io a 32 anni ho detto stop. Potevo andare al Barcellona, al Marsiglia, ma volevo essere identificato con il club con il quale avevamo scritto la storia. Ronaldo era il Real e Messi il Barça, io non sarei andato in un altro grande club, ma in Usa o Cina".
CHAMPIONS LEAGUE - "Questa mi piace, quella a 36 no. Sarà come quando c’erano due fasi a gruppi, noiosa, ma dovevano accontentare i club. Un po’ come pensare a un Mondiale ogni due anni soltanto per far soldi: il valore è nella rarità. Ma è tutto il calcio professionistico che deve cambiare governance: serve una Lega composta soltanto da presidenti. Uefa e Fifa si occupino di nazionali, di dilettanti. Ho detto Lega, non Superlega: una struttura amministrativa. Non sono d’accordo con un campionato chiuso, per pochi, che in Europa non si può fare".
FUTURO NEL CALCIO - "Ho 66 anni, non stringo più mani ipocrite, mi godo moglie, famiglia, nipoti. Nel calcio non ho più sogni. Forse mi piacerebbe impegnarmi per i giocatori, affinché prendano il potere nel calcio. Ci penserei su. Non rispetto Infantino e Ceferin, ma lo dico con leggerezza: facciano quello che vogliono, io sono fuori. Invece non perdonerò mai chi mi ha accusato falsamente e fatto uscire dal calcio. Hanno vinto ma io cercherò sempre giustizia".