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Michel Platini, presente all'evento organizzato dalla fondazione Vialli e Mauro, ha rilasciato una lunga intervista. Dalla Superlega alla stagione dei bianconeri e Thiago Motta,  l'ex numero 10 della Juventus ha toccato tanti temi.
 

Fondazione Vialli e Mauro, l'intervista a Platini


TORNARE A TORINO - "Bella occasione per venire, tante buone ragioni per venire a Torino. "

STAGIONE JUVE - "E' finita terza, oggi quello importante è essere qualificati nelle Coppe, ha fatto il suo lavoro, non grandi cose. A me non è dispiaciuta."

THIAGO MOTTA - "Non lo conosco come allenatore, come giocatore è stato un buon giocatore."

MERCATO JUVE? - "Ha bisogno di soldi per fare acquisti importanti. 

IL LEGAME CON LA JUVE - "Ho vissuto cinque anni meravigliosi qua in Italia e a Torino, si stava benissimo,. Poi ho fatto tanti gol e quindi la gente si ricorda bene di me. Sono venuto per i 100 anni della famiglia Agnelli e ho visto tanti giocatori, più della nuova generazione che della vecchia. Siete qua per trasmettere ai nuovi quelli che i vecchi come noi hanno fatto qui."

SUL CALCIO ITALIANO - "Il calcio italiano a livello di club sta tornando a qualcosa di importante, visto dalla Francia. A livello di nazionale purtroppo non la vedo giocare, non la conosco molto bene. A livello di club sta andando bene."

SUPERLEGA - "Saranno i giudici dell'Europa a dire se deve cambiare o no. La legge Bosman ha cambiato tutto. Per me non è stata una bella cosa ma è la vita. Normale che arrivi una Superlega, se i giudici dicono che può esserci, arriverà. Sono tanti anni che i club non vogliono più partecipare alle cose dell'Uefa e della Fifa e vogliono organizzarsi da soli. "

BUONA IDEA LA SUPERLEGA? - "Non possono avere una lega privata, questa è una cosa buona."

IL RICORDO DI VIALLI - "Gianluca Vialli è sempre stato un ottimo ragazzo, ha creato questa cosa con Massimo Mauro, ha lasciato una cosa bella nella sua vita, sempre bello partecipare"

DI NUOVO SU THIAGO MOTTA - "Quello che ha fatto Thiago Motta al Bologna è stato bello visto da lontano. Normale che possa crescere in un'altra squadra che ha più ambizione. I contratti non li rispetta più nessuno, non ci sono più sentimenti".

COSA SERVE ALLA JUVE - "Bisogna parlare con i dirigenti della Juve, non lo so.  La Juve è sempre nel mio cuore, sempre."

UN RUOLO NEL CALCIO IN FUTURO? - "No no, non voglio più entrare in questo sistema. Sono 35 anni che non sono più dentro un club. Non sono più allenatore da 40 anni e giocatore da 45 anni. Ci sono tante cose da fare nel mondo del calcio, posso aiutare se qualcuno ha idee che condivido".