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Michel Platini, leggenda del calcio, ha parlato ai microfoni di Tuttosport, ricordando anche il suo passato alla Juventus. Queste alcune delle sue parole: 


Juventus, parla Platini


TORINO- "Torino per me è sempre casa, ho ancora amici qui. Dovrei tornarci più spesso".

IL CALCIO È MIGLIORATO O PEGGIORATO?- "Difficile dirlo. Secondo me il calcio come evento in uno stadio è migliorato, anche se i giocatori mi sembrano un po’ tutti uguali, un po’ stereotipati o, comunque, fatti perché in una squadra è più importante l’allenatore rispetto ai calciatori che non osano più: non dribblano, non provano a inventare qualcosa, sono frenati dagli allenatori. Non è più il calcio dei giocatori, ma il calcio degli allenatori oggi, con meno talento, meno fantasia, più corsa e posizionamento. Credo che si dovrebbe tornare un po’ al calcio dei calciatori, è più divertente".

L'ARRIVO CON TRAPATTONI- "Io sono arrivato alla Juventus in cui tutti sapevano cosa dovevano fare. Tardelli, Cabrini, Bonini, tutti sapevano bene il loro compito. Magari io e Boniek abbiamo un po’ spinto per giocare in po’ più in attacco, con il supporto di Bettega e Rossi. E in quel periodo avevamo un po’ rotto la tradizione juventina, eravamo un po’ più francesi. Poi nei miei ultimi anni si è tornati a una Juve più bonipertiana e io da venti gol sono passato a due".

TRAPATTONI COME ALLEGRI- "Buffo. Io credo che ci sia un logica: quando non prendi gol hai già portato a casa un punto, invece puoi segnare tre gol e perdere comunque la partita. Io rompevo un po’ i c******i al Trap: 'Perché non giochiamo un po’ di più, segniamo un gol, ma cerchiamo di farne altri due...' ma lui aveva una filosofia diversa. Trap era un grande allenatore, perché sapeva come trattare i giocatori era uno psicologo pazzesco".

HA SENTITO ANDREA AGNELLI NELL'ULTIMO ANNO?- "No, sono questioni personali, so come ci si sente".

JOHN ELKANN POCO JUVENTINO- "Sbagliato. Magari non è un grande appassionato come suo nonno, l’avvocato, o come Umberto, ma ci tiene. Si nota che vive con grande serietà l’impegno centenario della sua famiglia nella Juventus. In più ha enormi responsabilità nella gestione delle aziende. Insomma, magari non riesce a comunicarlo bene, ma alla Juventus ci tiene, è vicino al club".

PRESIDENTE DELLA JUVENTUS- "Non me l’hanno mai chiesto. Non penso che adesso me lo chiedano, adesso è un periodo in cui deve risanarsi economicamente prima di pensare solo alla parte sportiva. Ora non è il momento di sognare sul campo, ma tornerà anche quello. È sempre un questione di cicli". LA 10 A YILDIZ- "Del Piero si è ispirato a me, quindi io sarei suo nonno (ride). Non l’ho mai visto giocare, quest’anno praticamente non ho mai guardato la Juventus".

LA JUVENTUS TORNERA' A VINCERE?- "Ma certo! Ci sono i cicli, no? Quando finisce un ciclo c’è un periodo un po’ difficile, poi la Juventus torna sempre a vincere, lo ha sempre fatto e lo farà sempre, state tranquilli".

CEFERIN E INFANTINO- "Non sono niente e vengono dal niente. Sono personaggi che sono nel calcio per il potere, ma i capi del calcio sono sempre stati i giocatori e devono essere loro. Sono i Baggio, i Del Piero, gli Mbappé, gli Haaaland, i Klopp, i Guardiola, gli Ancelotti".

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