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Pjanic, altro che addio: Sarri lo applaude, lui mantiene la promessa alla Juve
LA CARTA PJANIC - C'è un Bentancur, come spesso di recente, molto sopra le righe, tanto in fase di pressing, quanto in quella di possesso, e c'è Miralem Pjanic. Le ultime settimane difficili, l'addio annunciato e ufficializzato ieri, la lettera d'amore alla Juve. In cui si parla di sentimenti, quelli veri. Sono stati giorni emozionanti, a tratti difficili, che Miralem pare essersi messo alle spalle al fischio d'inizio a Marassi. La sua gara è pulita, semplice ma efficace. Palloni in avanti, gestione rapida, spostamenti da destra a sinistra (e viceversa) ma con più velocità - una caratteristica notata anche da Sarri - per accerchiare meglio il Genoa. E i pericoli sono arrivati. Poi qualche colpo dei suoi, come la palla con cui innesca Ronaldo. Senza guardare, a un tocco. Poi, chiaramente, CR7 ci mette più che del suo per renderla speciale. Ma c'è. E Sarri applaude: "Non ci ho parlato in questi giorni, l'abbiamo fatto spesso dopo il lockdown perché c'erano stati quei 20/25 giorni in cui era sottotono e insieme ci siamo chiesti il perché cercando di capire e superare i motivi che potevano essere alla base di un calo di condizione, più che altro mentale. In questo periodo sono sicuro che farà molto bene, lo sto vedendo molto sereno, tranquillo, e integrato con staff e compagni di squadra. Non ho nessuna preoccupazione da questo punto di vista".
LA PROMESSA - Oltre ai segnali, forti e positivi, a fine gara è arrivata anche la promessa, che ribadisce l'amore dichiarato ieri: "Il massimo è il minimo che posso prometterti". Si era detto Fino alla Fine, e così sarà. Con questi presupposti, anche in una situazione più che anomala, non possono che esserci sorrisi e belle speranze. Per Sarri, per Pjanic, per la Juve.
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