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Cristiano Ronaldo, l'uomo chiamato a far vincere la Juventus nei palcoscenici che contano di più. Non si può non analizzare la stagione bianconera prescindendo dalle sue performance. Il fuoriclasse portoghese quest'anno ha affrontato un inizio splendente ma con qualche ombra, con il Covid-19 a tenerlo lontano dai campi per due settimane a ottobre, e nel fitto calendario affrontato dalla squadra di Pirlo finora ha dovuto alternare prestazioni da solito risolutore di partite (la stragrande maggioranza) e record-man di gol, ad altre (molte meno, fisiologiche) più incolori.

PARTITA PER PARTITA: CAMPIONATO - Iniziamo con una sintetica panoramica. Con la Sampdoria all'esordio stagionale ha apposto il sigillo sulla prima vittoria di Pirlo, con la Roma ha messo a segno la doppietta che ha permesso di strappare il 2 pari in un match difficile. Senza di lui i compagni hanno pareggiato con Verona e Crotone, tornato lui ha tolto le castagne dal fuoco contro lo Spezia entrando a gara in corso. Con la Lazio ha portato in vantaggio la Juve, poi è uscito e nel finale Caicedo ha pareggiato. Col Cagliari 2-0 con gol entrambi suoi. Col Benevento è rimasto a Torino a riposare e i compagni hanno pareggiato. Nel derby col Toro per una volta l'hanno risolta "gli altri", neppure col Genoa è stato brillantissimo ma ha trasformato i due rigori decisivi. Nell'1-1 con l'Atalanta partita da dimenticare (con tanto di rigore parato da Gollini), col Parma è tornato con una doppietta (con uno dei suoi "voli d'angelo"), mentre nella debacle con la Fiorentina in realtà è stato uno dei pochi a salvarsi. TOTALE: 12 gol in 10 presenze (capocannoniere del campionato)

PARTITA PER PARTITA: CHAMPIONS - Dopo aver saltato le prime due gare causa coronavirus, col Ferencvaros in Ungheria si è limitato a vestire i panni dell'assistman per poi timbrare il cartellino negli impegni successivi: sempre contro il Ferencvaros all'Allianz Stadium, poi con la Dinamo Kiev e soprattutto la doppietta ribalta-Barcellona. TOTALE: 4 gol in 4 presenze.

Il quadro che ne esce fuori è quello del solito trascinatore, che ha trainato il gruppo in un inizio stagione dove sono state gettate le basi di un progetto nuovo e la formazione di Pirlo ha fatto fatica a tenere le misure sul campo e a tenere la concentrazione da big per tutti i match e tutti i 90 minuti. Senza di lui la Juve in campionato pareggia con le neopromosse e solo a dicembre si è assistito a una partita, il derby, in cui realmente la Juve ce l'ha fatta "a prescindere" da CR7.

SUPERLATIVO - Se quindi la Juventus sta avendo difficoltà, il fuoriclasse portoghese, a quasi 36 anni (il 5 febbraio) è il solito fenomeno, che peraltro continua a inseguire il primato di marcature all-time (attenendoci alla classifica "ufficiale", ha raggiunto quota 756 gol, a -11 da Pelè, -16 da Romario e -49 dal primatista Josef Bican) e mantiene un trend forse mai davvero visto da quando è arrivato a Torino. Ma i record individuali hanno un valore relativo se non si accompagnano ai traguardi di squadra.

ULTIMO GRANDE GRADINO - Il prossimo step è quello di non essere più solo il solutore di situazioni per tenere a galla la Juve, ma il trascinatore di un collettivo in grado di assecondarlo e fornire un contributo vincente. In altre parole, fare quello che ha fatto il Real Madrid con Ancelotti e soprattutto Zidane. E due motivi per ben sperare, nonostante la difficile chiusura di 2020, ci sono: la stima di Ronaldo verso Pirlo, ben diversa dalla considerazione che aveva di Sarri, e l'intesa vincente con Alvaro Morata, il centravanti di movimento che gli permette di esaltarsi ed esaltare.