commenta
La Juve non ingrana, Pirlo stenta. Ma il club non è preoccupato. Perché? E' la domanda che si pongono in tantissimi, che non si spiegano questa pace intorno alla squadra bianconera, nonostante i risultati non proprio soddisfacenti e l'ultimo ko con umiliazione contro il Barcellona. Alibi delle assenze a parte e di una squadra giovane e in costruzione, ci sono alcuni motivi dietro l'apparente serenità bianconera. Tutti sanno che le cose così non vanno e non possono andare avanti, eppure a Pirlo è concesso tempo, per lavorare, per far passare le sue idee, per convincere tutti. Agnelli di lui si fida e non vuole certo mandare tutto all'aria, ecco perché è facile pensare che avrà qualche bonus in più di altri, senza penalizzare la Juve, naturalmente. Ma c'è di più. 

C'è anche un precedente dietro questa sicurezza. I bianconeri sono costretti a rincorrere in campionato, -4 dal Milan, e sono secondi in Champions League, ma nel recente passato è già capitato di non cominciare al meglio la stagione. Anzi, una volta è stata iniziata molto peggio e poi... Come sottolinea la Gazzetta, c'è analogia tra quanto accade oggi con Pirlo e qualche anno fa con Massimiliano Allegri in panchina: in entrambi i casi, alla base c’è un profondo rinnovamento della squadra. Nel 2015 la Signora considerò chiuso un ciclo vincente e decise di svecchiare la rosa, con la partenza di alcuni big, tra i quali Pirlo. Oggi è lo stesso. Allora il risultato fu un inizio clamoroso in negativo, con un punto di media a gara. Oggi la situazione è un poco migliore: 1,8, compreso il 3-0 a tavolino con il Napoli. Anche in quel caso, rivoluzione e infortuni conizionarono l'operato in avvio e dopo due mesi di rodaggio, quella squadra iniziò a volare. 973 minuti di imbattibilità per Buffon, 73 punti in 25 partite con un solo pareggio. Fu scudetto, con tanto margine, con una rimonta incredibile. Così la Juve aspetta, con serenità. Non starà a guardare per sempre, questo è certo.