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Intervenuto al Festival dello Sport di Trento, Andrea Pirlo ha parlato a lungo del suo rapporto con Massimiliano Allegri facendo anche alcuni accenni alla sua esperienza da giocatore alla Juve.

GLI ALLENATORI - "Sono speciali Ancelotti, con cui al Milan abbiamo vinto tutto, e Giovanni Trapattoni, il primo ad avermi convocato con la Nazionale maggiore. Conte ha saputo darmi tante motivazioni e una nuova giovinezza con la sua Juventus".

ALLEGRI - "Con Allegri ho avuto un rapporto normale nonostante siano state dette e scritte tante cose. Siamo stati insieme due anni, uno al Milan e l’altro alla Juventus. Pensò che non ero più un calciatore per quel Milan e io decisi di andare via, alla Juventus invece finimmo un bel ciclo vincente. Andai via perché non volevo essere un peso per nessuno e nè essere messo da parte per le partite importanti. Io volevo giocare sempre, quindi andai via e fu una mia decisione".

DAL MILAN ALLA JUVE - “Ho avuto un grande rapporto con il Milan. Nella vita però si fanno delle scelte e io dopo dieci anni ambivo a nuove motivazioni. E volevo anche dimostrare al Milan che non ero un giocatore finito, ma in grado di incidere in un nuovo corso. Infatti, visto quello che è stato fatto nel nuovo corso della Juventus, ho avuto ragione io. Il progetto che mi illustrò Andrea Agnelli era quello di un club che voleva tornare a vincere, era molto stimolante e rifiutai anche alcune possibilità all’estero. Il primo ritiro a Philadelphia con Conte fu molto duro. C’erano 40 gradi, qualcuno uscì dal campo in barella. Ma da quel ritiro nacque una grande Juventus”.

LA CHAMPIONS PERSA CON ALLEGRI - “A Berlino pensavo che la finale di Champions League contro il Barcellona avremmo potuto vincerla. La Juventus giocava contro una squadra importante, fortissima. Per me uno dei Barcellona più forti. Ci abbiamo creduto, ci sono state anche occasioni per vincere ma purtroppo è andata male. Fu una delusione e dopo quella partita decisi di andare altrove”.