E ancora: "Da Paul imparo sempre. Quando accade qualcosa di brutto nella sua vita, lo guarda, lo analizza, volta pagina e pensa a risolvere il problema. Gli è dispiaciuto molto non poter giocare il Mondiale al mille per cento, ma capisce che il giorno dopo devi alzarti e continuare il tuo recupero. Vuole giocare, vuole vincere la sfortuna per dare alla Juventus quello che merita".
E sulla responsabilità di "gestire" i giocatori: "Tanta responsabilità, ma anche quando si parla di giocatori che nessuno conosce e non solo per quelli importanti [...]. Per me non è molto importante che un giocatore abbia tanti titoli, che abbia tanto valore o che stia facendo male. Sono clienti che hanno deciso di affidarci la gestione di qualcosa per loro molto importante e non possiamo deluderli. È la loro carriera e il loro sogno".
E di nuovo su Paul Pogba e Zlatan Ibrahimovic: ""Sono due che per noi sono come una famiglia. Con loro abbiamo un rapporto molto intimo, personale e intenso. Deve essere così perché il calcio è qualcosa che si carica di emozioni e se non provi quell'emozione con i tuoi giocatori, il rapporto sarà superficiale e quando succede non sai quali sono le reali esigenze di un giocatore".