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Ci sono le grandi vittorie, i trofei che affollano il museo, presidenti, allenatori e giocatori che ne hanno scritto la storia. Tutto questo contribuisce a comporre l’essenza della Juventus. E poi una frase diventato slogan impresso nei muri e nelle magliette dei calciatori: “Vincere è l’unica cosa che conta”. Molti ne hanno stravolto il significato, utilizzando queste parole in maniera strumentale per attaccare Madama. In casa Juve, invece, è usata come continuo sprone a lavorare, migliorare, guardare avanti anche quando si festeggia l’ultima vittoria.
 
Una frase che ha un peso specifico importante e per questo le parole di Mattia Perin, nel post Juventus-Bologna, fanno rumore: “Lo so che la Juve è un club che deve vincere tutti gli anni però ci sono momenti in cui si ricostruisce e ricomincia. Siamo in questo periodo qua probabilmente”.
 
Parole che fanno rumore, segnano un cambio netto nella comunicazione, ma che non stonano, anzi. Con grande lucidità e onestà, il portiere bianconero fotografa perfettamente quella che è la situazione della Juventus. Una squadra che cerca di togliersi di dosso gli abiti della passata stagione, di scacciare i fantasmi. Ma può capitare che quegli abiti siano più stretti di quanto si ricordasse quando li si è indossati e che quei fantasmi ricompiano. È quanto avvenuto nel primo tempo della gara contro i felsinei che ha fatto dimenticare di colpo i progressi visti a Udine.
 
Perin, in poche parole, indica strada e obiettivi della stagione. Vincere è l’unica cosa che conta, ma adesso quello che conta di più è il percorso intrapreso e il lavoro per cambiare abito tattico e attitudine in campo. Per andare sul concreto: il posto nella nuova Champions – e i suoi ricchi introiti -, più dello scudetto. A questo punta la Juventus nella stagione 23/24.