SZCZESNY E LA TITOLARITA' - Arrivato alla Juve con tante belle speranze e con un percorso che l'ha portato a lasciare quella che è stata casa sua per tanti anni, Perin sapeva che avrebbe dovuto lottare per una maglia da titolare, con voglia, impegno e sacrificio, allenandosi con la consapevolezza di essere un bel portiere, pur partendo con la casacca numero 12 (in senso figurato e non letterale, naturalmente). Testa e pazienza, fino alla prima occasione utile. Davanti a lui Szczesny, l'erede designato e scelto per il dopo Buffon, colui che ora ha il peso di un fardello importante dopo aver aspettato il suo turno per diversi mesi. Nonostante questo, più volte a Torino si è sentita la frase: "La Juve ha due titolari, due grandi portieri". Un'espressione che compiace i protagonisti, anche se poi non è mai stata effettivamente messa in pratica.
TERRENO PERSO - Così, dopo una buona tournée estiva, Perin ha lasciato spazio all'altro titolare, l'unico verrebbe da dire, e lo ha guardato dalla panchina in ogni partita, tranne in una sola occasione conclusa per altro senza reti subite. Era il 26 novembre e la Juve batteva il Bologna 2-0: è passato più di un mese e mezzo, ma quelli sono rimasti gli unici 90' di Perin con la Juve. E di turnover Allegri ne ha fatto. Proprio l'allenatore ad ogni domanda su di lui ha iniziato a rispondere: "Gioca Szczesny, Perin giocherà più avanti". Tutto posticipato al futuro, come gli auguri per il compleanno, glissati pubblicamente in conferenza e rimandati al campo "glieli farò dopo". E intanto anche la Nazionale lo ha accantonato... per il momento?