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Settimana cruciale per le sorti del nostro Paese. Tra pochi giorni si inizieranno le votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica italiana. Un evento che rispetto alle volte precedenti possiede un’importanza di massime proporzioni. In base a ciò che accadrà e al nome che verrà scelto per il nuovo settennato al Quirinale potrebbe anche accadere che salti il banco dell’intero governo. Sarebbe un autentico disastro visto che l’Italia si trova ancora a metà del guado in termini economici, sociali e sanitari.

La cosa più logica e vantaggiosa per tutti sarebbe quella di vedere Sergio Mattarella fare un passo indietro e rivedere la sua posizione negazionista almeno per un altro anno e mezzo quando sarà tempo di elezioni politiche. Un’eventualità che, al momento, non appare realistica poiché probabilmente neppure un plebiscito per acclamazione convincerebbe il presidente uscente a convincersi di restare. Il destino, poi, ha voluto mettersi di mezzo privando il nostro Paese di un uomo come David Sassoli il quale, in virtù di tutte le qualità che possedeva, sarebbe stato la figura ideale per mettere tutti d’accordo.

I vari schieramenti politici sono già in campo per tessere le loro strategie e le tattiche da usare. Il guaio è che nulla di nuovo e di confortante sembra esserci sotto il sole e che la costante continui ad essere quella dello snocciolamento di un noioso rosario laico con la citazione di personaggi inquietanti, impresentabili oppure semplicemente appartenenti al gruppo dei soliti noti. Eppure una svolta radicale sarebbe non soltanto auspicabili, ma possibile. L’Italia, in questi ultimi due anni, si è distinta raggiungendo primati nei settori più diversi guadagnandosi l’ammirazione dell’Europa. Un nuovo salto di qualità renderebbe il nostro palmares ancora più invidiabile. 

L’occasione sembra essere proprio quella dell’elezione del nuovo Capo dello Stato il quale per la prima volta nella storia del nostro Paese potrebbe essere una donna. Nella fattispecie l’attuale Ministro della Giustizia, voluta fortemente da Mario Draghi dopo la sua elezione a premier, Marta Cartabia. Un personaggio di grande statura morale e di enorme spessore, non tanto politico quanto civile e sociale, riconosciuto in tutta Europa. La sua origine sulle orme di don Giussani e della “prima edizione” del Movimento Comunione e Liberazione è garanzia di una visione autenticamente super partes rispetto agli intrallazzi della politica. Di Marta Cartabia si sa tutto delle sue opere e del suo impegno mirato soprattutto alla vita in  carcere dei detenuti. Sul piano privato poco o nulla. Sposata, tre figli, juventina per origini paterne, podista praticante e ottima scalatrice in montagna. Potrebbe essere lei a conquistare la vetta del Quirinale.