Innanzitutto c'è da considerare l'apporto degli altri reparti. Con Dybala che ha visto poco il campo per vari motivi, ci sono i 7 gol di Chiesa (5 in campionato), i 5 di Kulusevski (3 in campionato) e i 4 di McKennie (anche lui 3 in campionato). Si potrebbe far meglio.
Ma c'è pure da fare un discorso sugli stessi protagonisti citati in apertura: Cristiano Ronaldo e Alvaro Morata. Il fuoriclasse portoghese segna con costanza in tutte le competizioni, anche se a gennaio è andato a corrente alternata come spesso ha fatto in carriera, e ha attaccato la spina soprattutto nelle partite secche o a eliminazione, tra Supercoppa e Coppa Italia. Il centravanti spagnolo, invece, mostra una propensione a farsi valere nelle notti europee, nelle quali ha uno score di 6 gol in altrettante gare di Champions League, mentre in campionato è fermo a quota 4 e non segna dalla bellissima vittoria col Parma di quasi due mesi fa.
Certo, Morata si è fatto apprezzare come spalla e rifinitore, doti fondamentali per un centravanti contemporaneo. E anzi sono le doti che lo rendono così apprezzato. Ma serve anche che gli uomini là davanti attivino il famoso "killer instinct" pure nel banale campionato e non solo nelle finali o nella sfavillante Champions. Spesso si dice dice che le difese vincono i campionati. Bene, la Juve è la miglior difesa della Serie A. A mancare sono le reti del sesto attacco del torneo.