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Per parlare di Paolo Montero, partiamo da Barcellona-Napoli, la partita di Champions League di ieri sera. Tutti sono rimasti sorpresi dalla continuità con la quale il club catalano sforna talenti, ma la cosa ancora più impressionante è un’altra: non importa quale sia l’età, non importa il genere; l’identità blaugrana, l’idea di gioco, è un’impronta che resiste negli anni, si modifica, ma non cambia radicalmente. E chi scrive si è spesso chiesto: qual è l’identità della Juventus? La cercavo in un modulo, un modo di giocare che da Vinovo alla Continassa fosse quantomeno simile e riconoscibile. Sbagliavo e, la nuova produzione di Juventus Creator Lab dedicata a Paolo Montero, lo dimostra.

 

L'identità della Juventus



 
L’identità Juventus va ricercata altrove, in un modo di essere e di portare avanti determinati valori. Il lavoro quotidiano che è il fondamento di tutto. Reminiscenza sabauda, di quella Torino che prima di riscoprirsi vetrina turistica è stata vertice del triangolo industriale, dei quartieri operai, dei ritmi di vita scanditi dai turni in fabbrica, interrotti solo dalle lotte più dure che hanno infiammato la città, o dalle passioni più intense, come quella per le due squadre di calcio. E poi c’è il gruppo, prima fratelli e poi compagni di squadra, solo così arrivano le vittorie. Per finire, l’umiltà: mettersi alla pari senza rivoluzionare e rimescolare le gerarchie.
 
E quindi, quando si parla di identità e valori da trasmettere, quale miglior insegnante di Paolo Montero? È indicativo il passaggio su Diego Ripani: Montero ascolta il classe 2004, approva il suo consiglio e lo porta in campo. Un gesto che non ne mina l’autorità, anzi la rafforza. E poi, da titolo della produzione, c’è il “plantar la semilla”, piantare un seme: “Affinché si ricordino che sei una brava persona”. Su questo, un retroscena: anche con i cronisti che seguono l’Under 19, Paolo Montero non ha mai fatto pesare il peso specifico della propria storia e della propria figura. Difende il proprio lavoro, si prende le proprie responsabilità quando le cose non vanno per il meglio e ha sempre una parola gentile: “Grazie per seguirci sempre”, seguito da una stretta di mano. Non è scontato, non è per nulla banale.

 

Paolo Montero, punti di domanda e certezze

 
Ma oltre i valori e le parole c’è il campo. L’anno scorso, in post season, una delusione. Quest’anno, con una delle squadre più giovani del campionato, alti e bassi e una continua ricerca dell’equilibrio. In mezzo: scelte sbagliate, giovani valorizzati già nel giro della prima squadra, un gioco non sempre spumeggiante, aspetti positivi e altri negativi. In tutto questo una domanda: Paolo Montero è l’allenatore giusto per l’Under 19 della Juventus?
 
Una domanda che chi segue la Primavera bianconera spesso si fa. Una risposta, seppur parziale, arriva da un dialogo avuto poco tempo fa e che pone le cose in prospettiva: “Mio figlio è lontano, passa molto più tempo con i suoi compagni e con l’allenatore che con la sua famiglia. Per questo c’è bisogno che chi lo allena sia anche una guida, un insegnante”. Ecco, quale insegnante migliore di Paolo Montero? E poi, ancora, c’è il campo, i risultati e i bilanci di fine stagione. L’altro piatto della bilancia da valutare e su cui qualche punto di domanda rimane. Una certezza però c’è, il seme è stato piantato, chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e lavorarci insieme non può avere dubbi sullo spessore umano di Paolo Montero, sulla sua juventinità e sulla capacità di trasmettere tutto questo.
   

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