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"Anche se avesse ragione Mourinho, e alla Juve, il 19 aprile, il collegio di garanzia del Coni restituisse i 15 punti che le sono stati tolti, la Lazio, vincitrice sui bianconeri per 2-1, è ormai designata ad entrare in Champions League in forza dei risultati e del gioco che li accompagnano. Da seconda, come è ora, con sei punti sul MIlan e cinque sulla Roma. O da terza (sarebbe dietro la Juve, appunto), l’esito non cambierebbe, perchè il vantaggio è al tempo stesso considerevole e rassicurante. In più c’è la qualità della manovra e la duttilità dei singoli a fare la differenza.

Se va ammesso, infatti, che nell’ultima mezz’ora, la Lazio ha sofferto il ritorno della Juventus, bisogna anche rilevare che fino al gol di Zaccagni, quello decisivo, c’è stata una sola squadra in campo. La Lazio - lo sanno tutti - è un colettivo che abbina la solidità alla qualità, la capacità di un palleggio fitto e, a volte, sublime, alla saldezza difensiva. Che non sia solo una questione di reparto, lo si è visto proprio nel finale, quando tutti si sono sacrificati in fase di non possesso.

Successo meritato, dunque, anche se la Juve, dopo i cambi effettuati da Landucci (Allegri è rimasto a Torino con l’influenza), è piaciuta molto e, forse, ha trovato un nuovo modo di stare in campo che potrebbe esserle utile in Italia e, magari, in Europa League.

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E’ assai probabile che la sconfitta dell’Olimpico pregiudichi la rincorsa-Champions della Juve se - ma mi pare ovvio - non riavrà i quindici punti. Senza quelli, il Milan (quarto) è distante otto punti e l’Inter (quinta) sette. Forse ci sarebbe ancora tempo per raggiungere l’Atalanta (a meno quattro), ma la vera impresa è finire lassù con le altre tre elette. Allegri e i suoi ci proveranno. Però, a questo punto, ha più senso concentrarsi sulla Coppa Italia e sul quarto di finale di Europa League. Quei due trofei, se vinti, non li potrebbe toccare nessuno".

Di Giancarlo Padovan per calciomercato.com