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Due volte col Napoli (nel ’75 e nel 2008), ma anche col Bologna (nel ’69), con la Lazio (nell’80), col Chievo (nel 2014). E non calcolo le amichevoli, tipo una nel ’67 col Peñarol.

Sono tutte le volte che il Torino ha giocato delle gare di campionato il 4 maggio, giorno in cui viene commemorata la tragedia di Superga. Un lutto immane, meritevole del doveroso rispetto da parte di tutti gli sportivi (quelli veri), ma che non può essere nemmeno usato come pretesto per costruirci attorno assurde polemiche. E ve lo dice uno che si è sempre rifiutato di intonare cori beceri contro il mitico Grande Torino, e che prenderebbe a calci nel sedere tutti quei buzzurri che con striscioni ignobili deturpano la memoria di quell’indimenticabile e nobile squadra (alla pari di quelli che lo fanno coi caduti dell’Heysel, sia chiaro).

Coi morti e con le tragedie non si gioca, e – ribadisco – non li si usa nemmeno per innescare controversie incoerenti, con l’unico scopo di fare gazzarra e prendere in mezzo la detestatissima Juventus.

Perché se l’almanacco del calcio racconta che, proprio in quella data, negli anni passati hai già giocato 5 gare di Serie A, una di Coppa Italia (col Monza,nel ’78) e 4 amichevoli, vorrei capire perché ti rifiuti di giocarci un derby. Volutamente anticipato alle 15, proprio per permettere al popolo granata di partecipare alla Messa in programma al Duomo, con tutta la squadra e l’intera dirigenza.

Eppure, appena la Lega ha ufficializzato data e orario della gara di ritorno della stracittadina torinese, si è scatenato il finimondo. Sui social, via web, l’indirizzo di posta della Lega è stato preso d’assalto da mail di protesta. Guai disputare il derby quel giorno. “Piuttosto preferiamo perderlo a tavolino” ha proposto qualcuno. E il presidente Cairo (che già nel 2014 aveva sollecitato senza successo il rinvio di Chievo-Torino in programma il 4 maggio) ha condiviso subito la causa: “La data va cambiata”.

Non è una richiesta, ma praticamente un diktat.

Parecchio egoistico e che non prende minimamente in considerazione il calendario internazionale. Ah già, ma quello riguarda la Juventus, quindi chissenefrega. Anzi, proprio per questo faccio casino così se posso crearle dei problemi ci godo pure.

Nell’epoca del sovranismo a oltranza vale tutto.

Non è affatto scontato che la Juventus superi ai quarti l’Ajax, dovesse però accadere le date fissate dalla UEFA per le semifinali di Champions sono 30 aprile/1 maggio (andata) e 7/8 maggio (ritorno). Se il calendario prevedesse per la squadra di Allegri un’andata il 30 aprile e un ritorno l’8 maggio, si potrebbe anche pensare di anticipare il derby a venerdì 3; nel caso in cui le date fossero invece 1 e 7 maggio, non si potrebbe che giocare il derby il giorno 4. Oppure lo si dovrebbe rinviare a giorno da destinarsi.

Le date delle semifinali – meglio chiarirlo subito - non le imporrà o piloterà la Juventus, come magari qualcuno malignamente starà già pensando sulla sponda granata del Po. Perché Agnelli presiede l’Eca, la Famiglia ha potere, “è il padrone contro il popolo” ,e altre cavolate assortite. Come altre già ascoltate in passato, tipo il terreno dello Stadium regalato dal Comune, la Continassa (una ex discarica en plein air dove nessuno voleva edificarci nulla) svenduta per pochi centesimi, eppoi il Filadelfia è stato ricostruito attingendo anche dai fondi di Municipio e Regione, però in quel caso era tutto legittimo. Dai, facciamo i seri!

La memoria di Valentino Mazzola e di tutti quei grandissimi giocatori che insieme a lui hanno dato vita al Grande Torino va giustamente onorata, ogni 4 maggio, e davanti alla lapide di Superga così come di fronte al monumento presente al cimitero monumentale ci si deve togliere il cappello e dedicare una preghiera a quegli uomini grandi e così sfortunati, senza però speciose speculazioni di matrice tifosa. Il rispetto è una cosa, la polemica costruita sui morti ammantata da discutibili motivazioni un’altra. E non fa onore a nessuno. Anche perché i fatti dimostrano che proprio quel giorno il Toro non ha mai avuto problemi a scendere in campo.

Ma poi, pensateci: migliore cornice per la commemorazione del 70° anniversario di Superga non potrebbe essere proprio un derby, con magari - prima della partita - il presidente Agnelli che regala a Cairo una targa celebrativa dell’evento, anche come segno di distensione dopo le recenti diatrìbe sugli striscioni? Certo, sarebbe bello, ma se vuoi sempre e solo incazzarti preferisci polemizzare, e magari perdere pure a tavolino, per poi costruirci sopra un’altra polemica ancora.