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Oggi è soprattutto il momento di Samuel Iling-Junior, Nicolò Fagioli, Fabio Miretti e Matias Soulè, domani sarà quello di Dean Huijsen, Kenan Yildiz o chi per loro. La Juve, ormai è evidente, ha tra le mani un vero e proprio tesoro grazie all'ottimo lavoro svolto in Next Gen (oltre che ai piani "inferiori", dalla Primavera in giù), un materiale calcistico prezioso, da maneggiare con cura, perché potenzialmente in grado di formare la base per la costruzione del futuro. Non senza difficoltà, in alcuni casi approfittando delle sfortune altrui, quest'anno sono stati diversi i giovani che hanno trovato spazio nella squadra di Massimiliano Allegri, mostrando sprazzi delle loro qualità e raccontando una bella storia di impegno, sacrificio e umiltà.

CON "RIVOLUZIONE" O SENZA - Tutelare il patrimonio dovrebbe sempre essere l'imperativo di ogni società virtuosa. E in questo senso non deve fare eccezione la Juve, che nei prossimi mesi potrebbe andare incontro a notevoli cambiamenti anche all'interno dell'area sportiva, in una congiuntura non propriamente ideale neanche per dirigenti esperti e navigati. Che si assista a una "rivoluzione" oppure no, chiunque ci sarà avrà anche il compito di non disperdere quei talenti pescati e/o forgiati tra seconda squadra e vivaio, valorizzandoli al meglio e dimostrando di saperli sfruttare al massimo. Missione non semplice, ma necessaria. Perché è anche da qui che si riconosce una "big".