I NUMERI - E a certificarlo sono i numeri: in 12 partite tra Serie A e Champions League, la Juve subisce in media 14.5 tiri a gara; 14.3 è il numero dei contrasti medi (più alti in Champions League), 12 è invece il numero dei gol subiti (7 in Serie A, 5 in Champions). E allora, di cosa parliamo? Di una squadra sicuramente fragile, e dalla sua fragilità scaturisce anche l'insicurezza nei propri mezzi. Un passo dopo l'altro, diceva Max: ma verso il baratro.
GLI INTERPRETI - Anche San Siro si è illuminato di errori di concetto, rispetto alle inesattezze dei singoli: com'era schierata la Juve a campo aperto sul contropiede miracoloso di Brahim? E da dov'è nata l'incertezza di Alex Sandro poco prima, quando Tomori ha deciso la partita con un guizzo? La sensazione è che si sia sottovalutato altamente il mercato, sopravvalutato altamente il contesto e i giocatori a disposizione. Manca filtro, manca gamba, manca voglia di incidere. E manca la Juve, che aveva tutto questo, in quei tempi in cui tutto quello le sembrava scontato.