GLI ALTRI - Perché Allegri è un allenatore che prende, sposta, sperimenta, stravolge. E alla fine vince. Il primo giocatore al quale ha svoltato la carriera nella prima gestione alla Juve è stato il Tucu Pereyra, come racconta il Corriere dello Sport: l'aveva schierato trequartista nel 4-3-1-2 contro l'Olympiacos in Champions League. Era il 2014, ma tre anni dopo tocca a Mario Mandzukic: sei un attaccante? Bene, con me farai il terzino. Detto, fatto. Marione si toglie le vesti del centravanti e fa lo stesso lavoro di Samuel Eto'o nell'Inter del Triplete. Su e giù per la fascia, come se non ci fosse un domani. L'esperimento funziona, e Mandzukic, in quel 4-2-3-1 di Max, diventa insostituibile fino alla finale di Champions di Cardiff. Quel giorno c'era anche Dani Alves, che da terzino era diventato un esterno offensivo sulla fascia destra.
CUADRADO - E ancora; Juan Cuadrado. La duttilità in persona. Il colombiano può giocare ovunque, ma per davvero. Oggi per tutti è un terzino, ma il primo a metterlo in quel ruolo fu proprio Max (Inter-Juve, 2018: lì la prima volta). Lui che lo fece diventare anche esterno destro offensivo in un tridente d'attacco e addirittura lo provò mezz'ala. Ed Emre Can? Ve lo ricordate? Centrocampista naturale, Allegri lo sposta qualche metro più indietro in una delle partite più importanti: la rimonta contro l'Atletico Madrid con Ronaldo in copertina. Emre Can fa una gran partita da difensore nel 3-4-3 di Max. Con ringraziamenti da parte del Dortmund e del ct della Germania Low.