Se ci si ferma qui, si rischia però di osservare questo screzio solo come un battibecco colorato, buono soprattutto per vivacizzare il dopopartita di un Inter-Juve piuttosto banale. In realtà il comportamento di Allegri, uno che sembra impermeabile a qualsiasi pressione (lo ha dimostrato tante volte in tutti questi anni), lascia trasparire un disagio di fondo, un'inquietudine che non avevamo mai visto. Non a caso ha attraversato la zona mista ancora furibondo, sbuffando: "Non parlo più con nessuno".
La sensazione è che Max cominci a soffrire quello che gli rimproverano tanti tifosi della Juve e, con modi non simpatici, anche Adani: la sua squadra vince però non gioca bene, quasi mai. La reazione presuntuosa che ha avuto ("ho vinto sei scudetti, ora parlo io") non è da lui: è da un allenatore che ha smarrito la serenità. Perché? È questo il vero grande interrogativo: perché Allegri non è tranquillo nonostante abbia vinto il quinto scudetto alla Juve, il sesto in totale? Avverte dubbi e pressioni della società per l'eliminazione in Champions? Soffre la sfiducia di una parte consistente dei tifosi della Juve? Le questioni sono aperte, l'incontro con Agnelli potrebbe riservare sorprese.