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Juventus-Spal 4-0 di Coppa Italia è stato il match che ha messo in vetrina i virgulti bianconeri. Dal primo gol di Gianluca Frabotta alla prima presenza di Fagioli (addirittura da titolare), Di Pardo e Da Graca. Più Dragusin che già il calcio "dei grandi" l'aveva assaggiato. A far loro da contraltare, lo juventino di movimento più "anziano" presente in campo: il trentenne Aaron Ramsey, che ha fornito una prova a dir poco sbiadita. Guardando la partita ieri sera, chi scrive ha vissuto un momento surreale verso metà secondo tempo, quando i telecronisti hanno nominato il centrocampista britannico e lì per lì il primo pensiero è stato "entrerà a breve?" per poi realizzare "ah no, ne parlano perché sta giocando!".

Sì, in un'ora di partita la presenza di Ramsey nell'incontro era stata talmente evanescente da far dimenticare di esserci. Lo stesso giocatore che all'Arsenal partecipava all'azione in ogni zona di campo gestendo anche transizioni supersoniche, senza disdegnare la zona gol. Lo stesso che la Juve ha tenuto in organico quest'estate perché da oggetto semi-misterioso con Sarri (aveva pur sempre segnato nel derby d'Italia pre-lockdown) stava entrando a piedi uniti nel progetto di Pirlo candidandosi come attore protagonista nel ruolo di falso esterno/trequarti. A quattro mesi da quell'ottima prima di campionato contro la Sampdoria (che la Juve ritroverà sabato in campionato: è già passato un girone d'andata) lo ritroviamo come comparsa contro una squadra di Serie B.

Cos'è successo nel frattempo? Nel suo ruolo è esploso tutto il dinamismo di Weston McKennie, mentre lui ha finito - come ha scritto ieri sera Cristiano Corbo nelle pagelle de Ilbianconero.com - col "lottare contro i mulini a vento della sua condizione". Prima le noie muscolari, poi l'utilizzo col freno a mano da parte di Pirlo per preservarlo. Fino all'assurdo della partita col Sassuolo: Ramsey entra al 19' per McKennie e Pirlo lo toglie all'86', dopo che lui ha segnato il gol vittoria. Quasi a temere di rovinare il momento con un ennesimo acciacco. A voler soprattutto preservare un giocatore di cristallo. Di cui conosci le qualità ma temi la fragilità. Al punto di sostituirlo da subentrato, un'autentica rarità.

Certo, in quella partita coi neroverdi aveva segnato, e a inizio mese con l'Udinese è stato un suo pressing efficace a consentire a Ronaldo di fiondarsi a sbloccare il risultato. Perle preziose, retaggi dell'antico Aaron, squarci di smalto in un grigiore fatto di incertezze fisiche e impiego da conteggiare al minuto, perennemente al risparmio quasi come fosse un convalescente da infortunio pure se sta bene. Un eterno convalescente da 7 milioni d'ingaggio a stagione, con due anni e mezzo di contratto ancora davanti a sé. Resta da appellarsi a St. David, patrono del Galles, e sperare che uno o più di questi "squarci di vero Ramsey" coincidano con momenti clou della stagione.