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No, di restare in disparte proprio non ne ha voglia. Le scelte, le mosse fatte in passato: la storia, seppur recente, di Kenan Yildiz lo insegna, il turco è nato per stare al centro della scena. C’è chi si fa tracciare la strada dal proprio talento, a traino; c’è chi, invece, quel talento lo prende per mano, lo nutre e lo porta a spasso dove dice lui senza farsi trascinare. Yildiz appartiene alla seconda categoria, cosciente dei propri mezzi e voglioso di bruciare le tappe.
 
Potrebbe sembrare impazienza, ma è più ambizione. Quella, per esempio, che ti fa scegliere di lasciare uno dei club più importanti d’Europa, il Bayern Monaco, perché non c’è spazio ad un livello maggiore delle squadre giovanili. Porte sbarrate, allora prende e toglie il disturbo. E poi c’è l’anno scorso e il rumore che si è sollevato. Yildiz non ha mai veramente avuto intenzione di lasciare Torino, ma la richiesta di essere maggiormente coinvolto tra Next Gen e Prima squadra era chiara. Richiesta accordata, da lì i primi minuti con la seconda squadra per poi essere promosso con il gruppo di Allegri a inizio di quest’anno.
 
Allegri che non perde occasione per tessere le lodi del turco. Ma, ad oggi, Yildiz ha giocato in Serie A solo 36 minuti. Fa parte del percorso, qualcuno dirà, e non avrebbe tutti i torti. Altrettanto vero, però, che un talento del genere qualche occasione in più la meriterebbe, d’altronde è entrato nelle rotazioni della Nazionale maggiore turca. Ad oggi, segnali di impazienza non se ne registrano, ma l’ambizione resta intatta e proprio lì possono stuzzicare i grandi club che lo seguono e vorrebbero strapparlo alla Juventus. Le voci di mercato impazzano, ma la chiave per trattenerlo sta tutta nel suo passato.