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C'era una volta una Furia - Ceca - scatenata e devastante, in grado di trovare la pace solo ed esclusivamente in un luogo ben preciso: Torino, sponda bianconera. C'era una volta, e c'è ancora. L'unico che da calciatore rappresenta la Juve. C'era una volta, c'è ancora, ma soprattutto ci sarà in futuro. E come protagonista. Banale? Per nulla. Scontato? Per carità. La Juve ha dimostrato di essere cinica, quasi anaffettiva, di chiudere le porte a tutto e tutti, in nome del progresso e dei successi futuri, sempre più importanti di quelli passati. Con tanti ringraziamenti, ci mancherebbe. E per fortuna di chi si è trovato a prendere queste decisioni le vittorie sono arrivate, nascondendo i dolori e gli addii. Ma allora perchè lui è rimasto? Perchè è così speciale?

THE STORY 1 - Fenomeno in campo, uomo chiave fuori, sempre al fianco di Agnelli fin dai primi tempi. E' un Pavel Nedved a due volti, ugualmente importanti nella costruzione del suo futuro, in ciò che è diventato ora. Prima la Juve l'ha assaggiata, vissuta e compresa nei tanti anni passati a lottare per la maglia bianconera, sposata e perciò - come dice la celebre formula - accompagnata nella buona (finali di Champions, scudetti) e nella cattiva (Calciopoli, Serie B) sorte. Poi, quando il fisico ha detto stop, quando la mente è apparsa esaurita dalle fatiche delle tante corse, ha scoperto un nuovo cammino. Un anno di formazione e poi via, all'avventura. L'obiettivo quel 12 ottobre 2010 era chiaro: portare la Juve in alto, almeno tanto quanto ha contribuito sul campo.

THE STORY 2 - Un volto celebre che molti avrebbe potuto avere il semplice significato di una figurina, messa lì per apparire, e che invece in 8 anni si è dimostrato molto di più. Oggi, l'ennesima conferma, ufficiale. Pavel Nedved c'è, ancora una volta: in campo per 8 anni, in società per altri 8, ma questa volta il ritiro, o il cambio squadra, sembrano lontani. E' vicepresidente, è nell'attuale CdA, sarà nel prossimo, probabilmente con ancora più voce in capitolo. La Furia che trova la pace solo in luogo, un Pallone d'Oro che si è fatto pilastro, d'oro, per la Juve. L'unico che una società "tagliatrice di teste", anche regali, non ha mai tagliato. C'era una volta, anzi no... c'è sempre Pavel Nedved.

Nella nostra gallery le fasi chiavi della carriera: 10 punti fondamentali.