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Intervenuto ai microfoni di Calciomercato.com, il giornalista Mario Sconcerti ha detto la sua sulle convocazioni in Nazionale del CT Mancini. 
Ecco le sue parole: "Non ho capito le convocazioni di Mancini. Non è un grande problema, lui ne sa più di me e in fondo sono affari soprattutto suoi. Leggo però che si tratta di uno “stage propedeutico alla preparazione tattica” della squadra. Qui mi vengono dubbi. Preparazione per che cosa? Credevo che questo ritiro fortemente voluto e ricavato con molta fatica nel calendario servisse a riannodare un discorso perso che ha portato direttamente dall’Europeo agli spareggi per la semplice qualificazione ai Mondiali. Pensavo fosse una riflessione e un rilancio sul modo di ritrovare un gioco dimenticato, una specie di ricerca di coscienza comune. Abbiamo commesso questi errori, ci ho riflettuto a lungo, queste sono le mie soluzioni. Cose del genere".
E ancora: "Scopro invece che i giocatori sono 35, quasi tutti gli italiani convocabili, e che sette sono alla loro prima volta, più altri come Fagioli, visti nel 2019 e mai più cercati. Stare insieme non guasta, ma di cosa parleranno? Di come affrontare il Portogallo o degli anni che verranno dopo un Mondiale a cui non sappiamo se ci saremo? E’ corretto parlare del futuro quando è così debole il presente? O dopo luglio siamo tutti scappati in una nebbia che ci nasconde la realtà?".