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Una premessa: ilBiancoNero.com non ha mai appoggiato e mai appoggerà il cosiddetto tifo “contro”, criticando anzi a più riprese i comportamenti della Curva della Juventus. L’evoluzione del calcio, seppur minata da un certo tipo di sottocultura ormai secolare, dovrebbe passare attraverso il sostegno “in favore” della propria squadra anziché “a sfavore” dell’avversario.


Detto questo, è ormai chiaro che il sistema di illeciti previsto dall’ordinamento sportivo italiano presenti alcune falle. E una parte di queste, dopo un quinquennio di discussioni, gira ancora attorno alla “matrice territoriale” dell’insulto. Concetto che ha creato confusione quanto all’interpretazione - prima e dopo la modifica del Codice di Giustizia Sportiva del 2014 (che ha eliminato il riferimento alla “origine territoriale” dall’art.11 comma 1 sui comportamenti discriminatori) - e soprattutto quanto all’applicazione delle sanzioni previste. Anche perché, comunicati alla mano, queste sembrano riguardare soltanto o quasi i cori “anti-Napoli”.




Appurato che le società sono “responsabili per cori, grida e ogni altra manifestazione che siano (…) espressione di discriminazione” (art. 11, comma 3), è il caso di aprire una sorta di tariffario.


Lo scorso 2 ottobre la Juventus è stata punita dal Giudice Sportivo con l’obbligo di disputare una gara con la Curva Sud priva di spettatori e ammenda di 10.000 €, per cori “insultanti di matrice territoriale, reiterati ed aggravanti dalla recidiva specifica” (tra cui “Vesuvio, lavali col fuoco”) oltre che per un “coro discriminatorio di matrice evidentemente razziale” nei confronti di Koulibaly.


Il 27 novembre la Juve è stata invece punita con l’ammenda di 15.000 € per “un coro insultante di matrice territoriale” (non inneggiante al Vesuvio, bensì al “sapone”) con “recidiva”.


Dunque, saremmo portati a pensare che il riferimento all’eruzione del Vesuvio costi la squalifica della Curva, mentre quello al “lavarsi con il sapone” no. Allo stesso modo, “Milano in fiamme” e “romani bastardi” - cori ormai proverbiali - non portano ad alcun tipo di sanzione. Così anche, rimanendo all’ambito della matrice territoriale, il “si sente puzza di pesce” intonato spesso contro i tifosi della Sampdoria. Ma la differenza dove sta?





Il problema - oltre all’assurdità dell’istituto della responsabilità oggettiva - è proprio nei limiti che vogliamo dare all’insulto discriminatorio e dunque punibile. Se “usa il sapone” è considerato come tale, a maggior ragione dovrebbe esserlo “juventino ciuccia p… di tutta quanta la famiglia Agnelli” (udito distintamente al San Paolo nell'ultimo Napoli-Chievo). Perché in realtà l’insulto di matrice territoriale - figlio del campanilismo più che del razzismo - non è altro che un aspetto della grande famiglia degli insulti generici. E ragionando in questo modo sarebbe meglio sanzionarli tutti quanti.


Quanto costa allora un “juventino ciucciap...”? Più o meno di “Napoli usa il sapone”?


@mcarapex