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Non riescono proprio a digerirla questa sconfitta, non ce la fanno. Questo benedetto 3° scudetto a Napoli se lo sentivano davvero sul petto, complice quel fettone d'Italia che ha tifato a tutto spiano per la squadra di Sarri e gli ha fatto credere di essere davvero la più forte, quella che giocava il più bel calcio del mondo, la più meritevole di successo, e il vederselo portar via al fotofinish dalla tanto detestata Juventus li ha spiazzati, ma soprattutto irritati mica poco.

A cominciare dal presidente, il quale - per sfregio a Madama - prima ha stappato champagne nello spogliatoio e poi dichiarato che lo scudetto di quest'anno è del Napoli, "altrimenti - ha detto - cosa dovrò fare, andarlo a rubare?". Allusioni chiare, ma che piacciono alla piazza.

Lui, insieme a tanti altri simpatici Pulcinella del golfo, non hanno accettato la sconfitta ed hanno giurato vendetta, attaccando su tutto: favori arbitrali, numero degli scudetti, festeggiamenti, video.

Quello dei punti persi, o volontariamente sottratti dagli arbitri manipolati da forze oscure, è un vecchio cavallo di battaglia sul quale salgono spesso tutti gli sconfitti. Adesso è appunto il turno dei napoletani, convinti di essere stati vittime di un'estorsione da parte del solito, fantomatico "potere" manovrato ovviamente dagli Agnelli: 8 punti in tutto mancherebbero alla conta partenopea, quelli che avrebbero trasformato il -4 dalla Juventus in +4. Ovviamente, al lordo dei punti totali, perché a Napoli probabilmente dimenticano quelli conquistati - diciamo - con un po' di fortuna, vedi col Bologna (ritorno) col Milan (andata) con la Sampdoria (ritorno) l'Atalanta (ritorno) l'Udinese (andata) e altri ancora. Perché, purtroppo, in Italia prevale il brutto vizio di raccontare le storie a metà, in particolare quelle riguardanti il calcio.

Ci sono i torti, ma anche i favori, e a Napoli fanno parecchia difficoltà a riconoscere quest'ultimi, mentre sono solerti nel puntare il dito contro gli avversari, ed uno in particolare : la Juventus. Una rivalità voluta e creata solo dai napoletani, tanti dei quali la giustificano tirando in ballo motivazioni prive di senso, dai Savoia allo sfruttamento del Sud.

A proposito poi di storie raccontate monche, spicca da sempre fra tutte quella di Calciopoli. Esiste una versione ordinaria, e quella completa: la prima inchioda la Juventus alle sue colpe, la seconda la assolve. Ovviamente, quella che va per la maggiore e' la versione colpevolista, sostenuta con forza pure a Napoli, dove in settimana persino la Procura ha dato fuoco alle polveri aprendo un'inchiesta su quei 36 scudetti vinti dalla Juventus ed esibiti con orgoglio dal club bianconero all'ingresso del proprio stadio, mentre per la contabilità ufficiale sarebbero 34. "Pubblicità ingannevole" è stata definita dalla Procura partenopea, come tale andrebbe rimossa e la Juve sanzionata (magari togliendole uno e dandolo a loro, come avvenne con l'Inter).

Cominciamo col dire che, in casa propria, ognuno è padrone di esporre ciò che vuole, ma poi la vogliono capire pure a Napoli che quei 2 scudetti tolti alla Juve nel 2006 erano stati vinti sul campo senza trucchi? Ad oggi non è stata trovata una sola partita farlocca, o venduta, e l'assoluzione praticamente totale degli arbitri (meno uno) conferma questa tesi. Chi sostiene il contrario è in malafede. Le sentenze? Sono state emesse senza tenere presente quanto emerso dal 2006 in poi, nuove prove che renderebbero possibile la riapertura del processo sportivo, sanando una palese ingiustizia.

Finiamo con la festa celebrata per le vie di Torino, dopo la conquista dello scudetto. La società Napoli si è offesa perché qualche giocatore bianconero (nello specifico, Douglas e Benatia) ha filmato, zoomato e poi pubblicato sui social un video che riprendeva delle bare di cartone intestate a Insigne, Sarri e ADL. Macabro spirito goliardico. Alla pari dei funerali finti fatti alla Juventus e messi in scena a Napoli dopo la vittoria di Torino, con tanto di carro funebre vero. Così come tanti scanzonati bimbi napoletani che, negli stessi giorni, trainavano coi loro tricicli la bara della Juve o di Higuain. Oppure, ancora più macabro, il manichino con la faccia di Higuain che penzolava impiccato da qualche balcone. Per non parlare del Bar Juve M***a che continua ad esercitare la propria attività commerciale senza il benché minimo imbarazzo della SSC Napoli. Del resto quel medesimo apprezzamento campeggiava, nel 2012, sul pullman scoperto del Napoli dopo la vittoria in Coppa Italia sulla Juve.

Tutto questo, a Napoli, viene catalogato alla voce "folklore". Se pero' gli stessi sfottò vengono usati contro di loro, quelle sono offese. Penso che un commento a tutto questo sia superfluo. A casa mia si dice "chi la fa, l'aspetti".

@MarcelloChirico