Come si è visto nel doppio confronto della fase a gironi di Champions League, Mourinho è l'avversario perfetto per la Juventus.
Non stiamo parlando del punto di vista tecnico, perché in quel caso l'uomo di Setubal è sì un grande allenatore (seppur in crisi), ma come ce ne sono altri. Il piano al quale alludiamo è invece quello emozionale, quello nel quale il tifoso si identifica e si riconosce. E a livello emotivo il tifoso identifica anche il suo antagonista.
José, in questa accezione, è il rivale ideale per i colori bianconeri. Perché è forte e provocatore, perché è interista. "In Italia, solo Inter", "Soffro per l'Inter", "Con l'Inter è stata una storia d'amore": l'ormai ex manager dello United non ha mai dimenticato i colori con i quali ha conquistato il Triplete.
Dal canto loro, invece, i tifosi della Juve non hanno mai dimenticato quanto fosse debole la loro squadra in quel periodo, quello del post Calciopoli. Se è vero che nel 2009 la Juve arrivò seconda (ma senza essere mai realmente in corsa per il titolo), nell'anno di grazia della storia interista, il 2010, i bianconeri sprofondarono al settimo posto.
Il pensiero del tifoso juventino ora è questo: in Italia Mourinho ha dominato perché non c'era la vera Juve. Che venga ora, a riprovare a vincere, se ne è capace. Dall'altra parte della barricata, come dimostra il gesto rivolto verso le tribune dello Stadium lo scorso 7 novembre, c'è un Mourinho che, trascendendo gli abiti del professionista, sembra vivere allo stesso modo questa sfida, da 'tifoso'.
Da osservatori, ce lo auguriamo: per una Serie A più combattuta, un ritorno di Mourinho nel nostro campionato sarebbe interessante da raccontare. E per i tifosi della Juve (ma anche per quelli dell'Inter) sconfiggere la rivale storica sarebbe ancora più bello.