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Gol e assist alla prima in Champions League contro il Malmö, infortunato col Chelsea, a secco con lo Zenit.

Due gol consecutivi con Napoli e Milan un mese e mezzo fa, poi il nulla (complice anche l'infortunio) in campionato.


Questi i numeri di Alvaro Morata dopo 3 giornate di Champions e 10 di Serie A.

Si sa, lo spagnolo non è un centravanti puro d'area di rigore, è un 9 tecnico e veloce che "si sbatte" per la squadra e può essere letale in contropiede. Ma oltre al fatto di prendersi a volte delle pause troppo lunghe che hanno contribuito a non farlo consolidare in Real, Chelsea e Atletico Madrid nel corso della sua carriera, sempre preferito ad altri attaccanti più consistenti, Morata non è quell'attaccante che, negli ultimi fatidici 16 metri, ha la presenza forte che può fare la differenza tra 0 e 1 punto, tra 1 e 3 punti.

L'anno scorso era stato più prolifico, tirando avanti la baracca senza Ronaldo a inizio stagione e andando in doppia cifra in campionato. Segnando però soprattutto contro le medio-piccole, Lazio a parte e Champions compresa (Dinamo Kiev e Ferencvaros). Insomma, per una big che mira a tornare dominante, per quanto il suo apporto di grinta e gioco di squadra sia più che apprezzabile, continua sistematicamente a tornare il tema del centravanti di razza in orbita Juve.

E il nome del momento è quello di Dusan Vlahovic, che secondo le ultime sensazioni di mercato potrebbe cambiare i piani di mercato bianconeri. Inducendo ad andare low cost a centrocampo (Witsel a parametro zero anziché il gran talento Tchouameni) e optare per un mancato riscatto di Morata: la cifra risparmiata sarebbe messa sul piatto della grande asta per Vlahovic.

Siamo ancora a fine ottobre, nemmeno un quarto della stagione, e Alvaro ha tutto il tempo di far ricredere Allegri e Cherubini, e convincerli a puntare su di lui in barba a qulsiasi altro "puro 9".