Una premessa a margine della gara vinta dalla Juventus contro la Roma. Non credo che sia una follia poter immaginare che potrebbe essere proprio Andrea Pirlo a rastrellare successi che altri allenatori, fatti e formati, non riuscirono a realizzare con la squadra bianconera. La Supercoppa è già in cassaforte. Per la Coppa Italia basterà un ultimo colpo di reni. La Champions potendo contare su Ronaldo, non è un miraggio. Persino lo scudetto, a questo punto, sta ridiventando un obiettivo possibile in barba alle due milanesi. Troppa grazia, forse. Ma è la realtà.
LA RICETTA - E questo grazie al giudizioso work in progress che il tecnico ha portato avanti con umiltà e senza presunzione sulla sua squadra e anche su se stesso. Il risultato è stato quello di poter vedere, contro la bella ma impalpabile Roma, una Juventus che già avevamo avuto modo di conoscere ai tempi in cui era allenata da Massimiliano Allegri la cui visione tattica e tecnica era dunque vincente. Tra un chinotto e un bicchiere di champagne ci può stare la via di mezzo di un buon vino. E la botte di Pirlo sembra contenere un prodotto di ottima qualità. Vedremo e, intanto, tiremm innanz per questa strada.
LEGGENDA - Nessun dubbio o perplessità, invece, per ciò che abbiamo potuto verificare con grande soddisfazione sempre ieri sera. Ovvero la presenza in campo di un uomo di quasi trentasette anni che si è confermato pedina fondamentale e irrinunciabile per l’economia dell’intera squadra. Non si tratta di Cristiano Ronaldo, ma di Giorgio Chiellini. Un giocatore tecnicamente non bellissimo da vedere, come debbono esserlo tutti i grandi difensori degno di tale incarico, ma talmente eroico e gladiatore da risultare persino splendido. La sua carriera ormai di lungo corso a dispetto dell’età non è soltanto frutto di talento odi predisposizione naturale. Le fondamenta del successo di Chiellini che sembra non dover calare mai si trovano soprattutto nel rigore morale e comportamentale di un atleta provvisto di pensiero, cuore e anima.
PARAGONE IMPORTANTE - La Juventus, nel tempo, ha potuto contare su grandi difensori. Da Salvadore a Morini, da Castano a Bercellino, da Montero a Cannavaro, da Brio a Gentile. Eppure, senza voler stabilire classifiche di merito, soltanto in due, a mio avviso, erano riusciti a scolpire il loro nome nella roccia per essere andati oltre i loro successi sportivi. Carletto Parola e Gaetano Scirea e non c’è bisogno di ripetere le ragioni. Adesso con loro c’è anche Giorgio Chiellini.