Sequestrata tatticamente, si era affezionata al suo sequestratore. Giocatori che si erano dimenticati del freno a mano tirato, con la lacrimuccia e il rimpianto del one-man-show. Il poco credibile Hulk. Insomma la manfrina è continuata nel primo tempo di Bologna. Una vera lagna.
Tutta una crisi abbandonica di superficie che è bastato un solo intervallo con Montero per spazzarla via. In realtà sono serviti anche gli innesti giusti (fuori i più traumatizzati, dentro gli sbarbatelli), il cambio di modulo ma soprattutto l’aggressività e l’atteggiamento dentro questo nuovo 4-3-3. Quando la Juve passava a questo sistema con Allegri a partita in corso, non era mai tanto slanciata e istintiva. Mai così libera di offendere. E badate, questo non è l’elogio opportunista del monterismo, che naturalmente non esiste. Non voglio usare Montero come una clava sulla testa di Allegri.
Però, che diamine!
Si può avere il DNA bianconero e mettere al primo posto Thiago Motta in conferenza stampa per il calcio espresso durante l’anno. Si può avere il DNA bianconero e giocare con Yildiz e Chiesa e un 4-3-3 finalmente reale e non storto. Si possono mettere Weah e Iling-Junior a fare i terzini di una difesa a quattro e chiedere a Bremer di uscire forte in pressione come faceva nel Toro. Per riassumere il concetto: si può togliere Gatti per Yildiz…
Nella gallery tattica cercheremo di capire quali sono state le mosse sagge e al tempo stesso audaci di Montero per rialzare una Signora all’apparenza depressa e inconsolabile, in realtà soltanto vogliosa di ripensarsi libera.