LA JUVE PUO’ FARE IL TRIPLETE - “La vittoria di Manchester è stata la conferma di quanto già fatto vedere a Valencia, se dovesse proseguire su questa strada è una delle logiche favorite per la vittoria finale. Io credo che questa Juventus ha la capacità di poter fare il cosiddetto “triplete” per via della sua rosa molto ampia, ha al suo comando un allenatore come Allegri che è un fuoriclasse capace di gestire i grandi campioni che ha a disposizione. Che sia titolare o panchinaro, chiunque gioca lo fa ad un livello altissimo”.
NESSUN PARAGONE TRA DYBALA E DEL PIERO - “L’unico paragone che mi sento di fare tra Dybala e Del Piero è il fatto che entrambi sono attaccanti, ma sono completamente differenti. Alex è stato un fuoriclasse con caratteristiche ben definite, Paulo lo è attualmente e deve stare tranquillo senza che venga accostato ad altri calciatori. I tifosi si aspettano tanto da lui, è in grado di far vincere le partite alla sua squadra e può capitare un periodo no. Sono felice che abbia fatto bene nelle ultime partite, lo vedo molto bene in coppia con Ronaldo e gli auguro che possa vincere la Champions”.
QUESTA JUVE E’ SIMILE ALLA MIA - “Quando vedo la Juventus in svantaggio non mi preoccupo, perché ho la sensazione che questi ragazzi sapranno come ribaltarla. Questo aspetto mi fa venire in mente la mia di Juve, per cui vedo molto bene l’accostamento. E percepisco ciò anche se sono lontano ben tredicimila chilometri. Poche settimane fa ero allo stadio per assistere al match col Napoli, nonostante lo svantaggio ho visto dei calciatori molto forti psicologicamente e uniti nelle difficoltà che stavano affrontando. Sono riusciti, tutti insieme, a sconfiggerle e hanno sovvertito il risultato negativo”.
CHE COSA MANCA ALLA JUVE? - “Per me è perfetta così, ma sarei felice se dovessero arrivare dei giocatori di alto livello come Pogba che aumentano la competizione del gruppo. Lo dico tenendo conto del mio punto di vista come ex calciatore, perché sei sempre stimolato a dare il meglio di te stesso. Qualche anno fa c’erano due miei connazionali che sono stati vicini al bianconero: Suarez e Cavani. Sarebbero stati due grandi colpi (sorride ndr)”.
BONUCCI-CHIELLINI SUL PODIO - Uno sguardo a Bonucci e Chiellini, sono davvero i centrali più forti d’Europa attualmente? Secondo Paolo, no: “Senza ombra di dubbio sono sul podio in questo momento. Non voglio stilare una classifica (sorride ndr), ma sicuramente sono alla pari di Ramos-Varane e Pique-Umtiti. Chiellini mi assomiglia? No, Giorgio è fisicamente più forte di me e in fase realizzativa è molto più bravo. E’ sempre agguerrito, sfrutta la sua grande altezza ed è il capitano della Juventus. E’ un gran professionista”.
BENTANCUR BIANCONERO PER I PROSSIMI 15 ANNI - “Bentancur lo affrontai quando ero a fine carriera, era molto giovane e non ho cambiato idea su di lui: ha tutte le qualità per poter rimanere in bianconero almeno per quindici anni. Glielo auguro di cuore. Nonostante la sua età ha già fatto un mondiale da protagonista, Tabarez lo considera molto e anche in Uruguay confidiamo molto sul suo talento. E nella Juventus, mister Allegri ha una buona opinione su questo ragazzo e lo considera molto”.
NAPOLI ED INTER ANTI-JUVE - “Voglio molto bene ad Ancelotti e ho visto la grande partita che il Napoli ha fatto a Parigi contro il Psg, ho visto bene per il momento anche l’Inter e penso siano queste due le anti-Juve. Ma se la Juve continua come sta facendo ora, penso che rivincerà il titolo”.
ALLEGRI MAESTRO DELLA GESTIONE - “Ho mantenuto molti contatti all’interno della società, sono stato qualche volta a Torino e spesso parlo con Gianluca (Pessotto ndr). Sono rimasto contento della carriera dirigenziale che sta avendo Pavel Nedved, anche se è da un po’ che non lo sento ma sarà impegnatissimo e quindi non voglio mai dargli fastidio. Allegri è una bravissima persona, come allenatore è al top ma ciò che voglio mettere in evidenza parlando di lui è che in questi cinque anni è stato un maestro nella gestione del gruppo. Lo gestisce come faceva Lippi e Ancelotti, anche perché a quei livelli è molto importante questo aspetto”.
ANDREA IMPORTANTE PER LA JUVE - “Andrea (Agnelli) lo conosco da tanti anni, sta facendo un ottimo lavoro. Non sono rimasto stupito dalle sue parole sulla Champions, lui ha iniziato a frequentare l’ambiente Juventus con suo papà sin da quando era molto giovane. E’ stato per tantissimi anni al fianco di Moggi e Giraudo, quest’ultimo non è un mistero che lo consideri come un secondo padre. Moggi e Giraudo sono stati importanti per la rinascita della Juventus a metà degli anni ’90, hanno aiutato il club a riacquisire importanza soprattutto a livello europeo. Le due squadre più importanti erano appunto la Juve e il Manchester. Andrea è stato protagonista nella ricostruzione del suo club, ha scelto lui gli uomini giusti (Marotta, Paratici, Nedved ndr) e ha ottenuto i risultati che meritava”.
NEL 2001 MI VOLEVA IL REAL - “Arrivai dall’Atalanta che era una squadra che ha scommesso sempre sui giovani, c’era un grande mister come Mondonico e a fine stagione io e Vieri passammo alla Juventus. I ricordi che ho in questa squadra sono splendidi, racconto sempre ai miei figli di come fossimo una vera e propria famiglia. La Juve non mi ha mai voluto vendere, personalmente stavo molto bene e non sentivo l’esigenza di andar via. Eppure c’era qualche squadra che mi voleva, quando andò via Zizou nel 2001 mi chiamò il Real ma non ho mai forzato la società per cedermi. Stavo talmente bene a Torino che, per questo, torno 3-4 volte l’anno. Rimpianti? Purtroppo ho perso tre finali di Champions, ma se potessi ritornare indietro, mi piacerebbe rigiocare la finale di Amsterdam con il Real Madrid del ’98. Quella del gol in fuorigioco di Mijatovic”.
MORATTI? TROPPO FACILE DIR QUESTO - Infine, gli abbiamo chiesto come ha giudicato le parole dell’ex presidente dell’Inter, Massimo Moratti, che qualche settimana fa ha auspicato di sotterrare l’ascia di guerra parlando di “Calciopoli”: “Credo che adesso sia troppo facile dire questo, specialmente dopo che ne hai parlato sempre male. A me hanno insegnato che quando sei a terra, non si picchia. Sento mio lo scudetto del 2004/2005, il mio ultimo anno alla Juve, perché c’erano titolari Thuram e Cannavaro che meritavano di giocare. Quella era una squadra davvero forte, quella dell’anno successivo con l’aggiunta di Vieira era ancora meglio e competeva per vincere la Champions. Anche il Milan quando vinceva, nel mio periodo a Bergamo, si diceva che fosse scomodo e penso sia sempre così. Chi vince non sta simpatico. E condivido le parole pronunciate da Andrea, quelle in cui afferma che la Juventus rispetta le sentenze (ha giocato in Serie B ndr) e che a casa sua, nel suo salotto, può esporre le foto che più gli piacciono”.
@_Morik92_