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La ripresa del campionato (e in generale della stagione) dopo la lunga e inedita sosta per il Mondiale invernale rappresenta per tutti un'incognita. E ancor di più per la Juve, che neanche a dirlo, con undici giocatori in Qatar, è risultata - con ampio distacco - la squadra più impegnata alla rassegna iridata: 2.628 complessivamente i minuti trascorsi in campo dai bianconeri con le rispettive Nazionali, quasi il doppio di Inter (1.416'), Milan (1.409'), Napoli (1.368') e Torino (1.137'). Chiaramente a fare la differenza nel conteggio è stata anche la durata del torneo, che per tre elementi della rosa a disposizione di Massimiliano Allegri - Angel Di Maria, Leandro Paredes e Adrien Rabiot - è stata quella massima, dalla fase a gironi alla finale di domenica scorsa. 

Vantaggio o svantaggio? Nel caso degli argentini, certamente la vittoria può regalare uno slancio importante, una buona dose di entusiasmo ed energia mentale che può rivelarsi decisiva per una seconda parte di stagione con altri obiettivi da raggiungere (così come la sconfitta può portare tanta voglia di rivincita a Rabiot, che con 483 minuti è stato il giocatore bianconero più impiegato). Dall'altra parte, però, va considerata anche una variabile non irrilevante - tanto più in un ambiente come quello della Juve, già tormentato dagli infortuni - come quella della stanchezza fisica, peraltro destinata ad aumentare nei prossimi mesi considerando i tanti impegni in un calendario che, da gennaio a giugno, sarà per forza di cose iper compresso. "Occhio agli infortuni, erano in enorme aumento già nella prima parte di stagione", l'allarme lanciato in termini generali da Stefano Fiorini, uno dei più esperti preparatori atletici italiani, tramite le colonne de Il Corriere della Sera. "Sarà una corsa senza soste fino a giugno. Se non si gestisce bene questa ripresa, si rischia grosso".

Nella nostra gallery il "focus" sul minutaggio al Mondiale dei singoli giocatori della Juve.