L'ex dirigente ha prima elogiato Giovanni Simeone, mattatore con una doppietta, "bravo ad approfittare di un retropassaggio di Arthur" sul primo gol, e di una "marcatura troppo blanda di Bonucci" in occasione del raddoppio. Per Moggi, "la sconfitta di Verona, 2-1, decreta il crollo sportivo e anche carismatico della Juve un tempo vincente, la sua aureola di 'grande' sembra fare parte del passato: ormai senza alcun timore reverenziale viene attaccata da tutti come se fosse una provinciale".
Moggi ha poi consigliato ai bianconeri di affrontare le prossime sfide "con molta umiltà: magari avranno capito che per vincere occorre tirar fuori gli artigli, specialmente quando la classe latita. E senza affidarsi al carisma della maglia che un tempo ammaliava gli avversari". Secondo lui, il ko interno con l'Empoli non è stato visto come campanello d'allarme perché è prevalsa "la fiducia nel mister Allegri, quasi avesse avuto la bacchetta magica: e adesso la débacle di Verona ne certifica le conseguenze".
Infine, il messaggio ai tifosi della Juventus: "Non ce ne vogliano se diciamo che, dopo nove anni di vittorie, è anche giusto riposare un anno. Anche Dio lo fece dopo aver portato a termine la creazione Basta che questo tempo serva a rinnovare la squadra per ritornare competitivi".