SU CR7 - "E' roba Fiat. E comunque io Cristiano Ronaldo l'avevo comprato. Aveva 18 anni e giocava nello Sporting di Lisbona. Lo vidi e la mattina dopo firmai il contratto. Cinque miliardi più il nostro Salas, al quale avrei anche regalato un miliardo di buonuscita. Ma poi Salas preferì il River Plate e su Ronaldo arrivò il Manchester United. All'epoca era crisi nera alla Juve. Non avevamo una lira. A Torino sarà quello di Madrid? Difficile, da noi marcano duro: uno ti mena e l'altro ti toglie la palla. Quando consigliai Higuain alla Juve dissi: lo spersonalizziamo e lo adattiamo alla squadra. Adesso, invece, dobbiamo spersonalizzare la squadra per adattarla a Cristiano Ronaldo... Florentino Perez mi disse che lui non giocava nel Real Madrid, ma nel Real Ronaldo. Dalla Spagna mi hanno fatto notare che, se segna un compagno, lui non va mai a esultare. Se segna lui, sceneggiate grandiose. Come marketing è un'operazione straordinaria. Ma io non avrei mai preso un giocatore di 33 anni a quelle cifre".
SU HIGUAIN - "E di certo non l'avrei mai sbandierato prima di vendere Higuain, uno che comunque ti fa 20 gol a campionato. Prima avrei venduto Higuain per 50 milioni e solo dopo avrei annunciato Ronaldo. La vera storia di Zidane al Real Madrid? Viene da me il mio amico Florentino Perez e mi fa: 'Punto a diventare presidente del Real, se dico che compro Zidane posso riuscirci'. Gli rispondo: 'Ti autorizzo a sbandierare questa cosa, ma poi non so se te lo do davvero'. Quando capisco che Perez poteva essere eletto davvero, vado in gran segreto da Cragnotti e compro Nedved, a Parma prendo Buffon e Thuram. Nessuno sapeva niente di Zidane. Avessero saputo, quei tre li avrei pagati molto di più. E poi ho incassato i 150 miliardi di Zidane, di cui 145 di plusvalenza. Buffon l’ho pagato 50 miliardi più Bachini, che abbiamo valutato 45 miliardi. Dimmi te se non è stato un grande affare, pensando poi al dopo di Buffon e a quello di Bachini. Andammo a vedere Bordeaux-Milan. Io presi Zidane per 5 miliardi, il Milan Dugarry per 18".
SU BONUCCI - "L'euforia dell'ambiente bianconero è pericolosa come tutti gli eccessi. Ho consigliato di stemperare ad Allegri, lui mi ascolta. Marotta? Bravo amministratore, ma ha un complemento tecnico fondamentale in Paratici. Bonucci non l'avrei ripreso. Dare Caldara al Milan in cambio è stata una cazzata. Ma hanno dovuto farlo per evitare una pesante minusvalenza su Higuain".
SULLO SCUDETTO - "Lo vince l'Inter alla grande. Conosco poco Spalletti, mi sembra un prete quando parla, ma hanno fatto una gran squadra. Hanno preso un centrale difensivo forte, uno in mezzo al campo che tira la linea, Nainggolan, e un campionissimo là davanti, quel Lautaro Martinez. La Roma ha venduto certezze e comprato speranze. Il problema lì è che si fabbricano eroi in dieci minuti, vedi Kluivert. Il Napoli è da primi posti, ma non vedo come possa vincere".
SU ANCELOTTI - "Grande allenatore, non si discute, oltre che un ragazzo eccezionale, ma non può bastare. Alla Juventus non aveva l’esperienza giusta e comunque fece due buoni campionati con noi. Ci hanno sfilato due scudetti, il primo anno con Collina e il diluvio di Perugia, il secondo quando fu permesso alla Roma di schierare Nakata contro di noi a Torino, poi decisivo. E’ stata la sua fortuna. La svolta della sua vita. Stava andando a firmare a Parma con una squadra turca. Mi telefonò Berlusconi e mi chiese referenze. Ne parlai benissimo. Mi disse: 'Chiamalo e mandalo da me'. Dal Milan in poi Carlo ha allenato solo grandi club. Parlai con i tifosi juventini e dissi: 'Ancelotti è un maiale? Allora sappiate che per la prima volta un maiale andrà in panchina, perché Ancelotti sarà l’allenatore della Juventus'. Poi, chiaro, alle prime sconfitte la cosa tornò fuori".
SU LOTITO - "La telefonata con Simone Inzaghi? Il problema sarebbe stato se l’avesse fatto davanti alla squadra, ma così in privato può essere un’utile svegliata. Lotito è fatto così, è un dittatore, ma ha salvato la Lazio e la tiene ai vertici del calcio. Quando andai alla Roma, lui era fidanzato con la figlia di Mezzaroma, socio di Sensi allora. All’epoca era romanista, Lotito. Mi stava sempre addosso, mi rompeva. 'Me lo levi di torno questo qui!', dicevo al suocero. Da presidente della Lazio, mi telefona. 'Hai visto?'. 'Mo’, ti faranno il culo, vedrai', gli dissi. Invece, è stato il più bravo di tutti, ha superato ogni ostacolo. Ha una marcia in più".
CALCIOPOLI - "Giraudo disse: 'Ci cacciate via. Ma vedrete i banditi e gli incapaci che arriveranno dopo di noi'. Aveva ragione. Questi non riescono nemmeno a nominare i presidenti di federazione e lega. E poi, i procuratori che dettano legge, i presidenti che fanno i direttori sportivi. Nelle serie minori ci sono società che tesserano i giovani e si fanno pagare dai genitori... Possono fare tutte le sentenze che vogliono, ma io sono uno che ha sempre lavorato duro e dovunque andavo ho sempre creato i budget sani, comprando a poco e vendendo a tanto. La mia unica, vera ambizione ancora oggi è farmi dire 'bravo!'. Davvero. Dovevo difendermi. Alla Juve avevo due occhi davanti e due dietro. Subodoravo le cose. Carraro e Galliani, presidenti di federazione e di lega, facevano gli interessi del Milan e Facchetti faceva lobbing con gli arbitri a favore dell’Inter. Parlavo con i designatori arbitrali, è vero. Ma allora era consentito e nessuno può dire che ho mai chiesto di vincere una partita. Chiedevo solo arbitri all’altezza. E’ un illecito questo? Il problema vero è che dentro la Juventus c’era una resa dei conti per farci fuori. Quella famiglia Agnelli è sempre stata un Far West e avevano paura che Giraudo, delfino di Umberto Agnelli, prendesse troppo potere. Giraudo era un grande commercialista. Bettega una persona eccezionale, ma andava comandato. Era un soldatino. Una volta lo mandai a Toronto per una sponsorizzazione dalla sera alla mattina".
"Galliani e Carraro erano le vere anime nere, non ci sono dubbi. Basta ascoltare le intercettazioni telefoniche per dedurre che Carraro controllava Bergamo. Muore Papa Wojtyla sabato sera, noi in ritiro a Firenze. Si doveva rinviare a lunedì. La partita fu posticipata di una settimana. Galliani, presidente della Lega, intercettato, chiama Costacurta e gli fa: 'Abbiamo spostato di una settimana, così recuperiamo Kakà infortunato…'. Anno 2004. Due ore dopo il sorteggio, Carraro chiama Bergamo. 'Chi è l’arbitro di Inter-Juventus?'. 'Rodomonti'. Due ore prima della partita, Bergamo chiama Rodomonti: 'Come ti stai organizzando? Stai attento, che è molto difficile andare su ma poi ci si mette un niente a precipitare…'. Ce ne hanno fatte di tutti i colori. Quella volta del nubifragio a Perugia, ci hanno tolto lo scudetto. Collina, sponsorizzato dal Milan, decise 74 minuti di sospensione. Fossi stato un arrogante come dicono, dovevo andarmene con la squadra, ma ce l’avrebbero fatta pagare dopo. La gente non le sa certe cose. Quando, alle 8 di sera, dopo un Milan-Juventus perso in casa dal Milan, Bergamo telefona a Galliani e gli dice: 'Direttore, a casa mia abbiamo pianto'. Parentesi, Alessandra, la moglie di Bergamo, è milanista. 'Non avrei mai pensato che la Juve con Collina arbitro avrebbe vinto col Milan'".
"Paparesta chiuso a chiave nello spogliatoio? Una bufala. L’avrei menato quel giorno, ci aveva fatto perdere una partita vinta. Ma che mi metto a chiuderlo nello spogliatoio e buttare la chiavi? Quale sarebbe stato il vantaggio? Fu solo una battuta e per quella battuta mi hanno radiato. Le schede telefoniche svizzere? Le ho fatte per proteggere il mio lavoro. Io, Stankovic, l’avevo preso per la Juve. Me l’ha soffiato l’Inter con le intercettazioni di Telecom. Le ho regalate agli arbitri per altri motivi. Gli inquirenti dissero che erano mute, che non potevano essere intercettate, ma non era così. Solo che si sentivano gli arbitri parlare con le loro amanti e puttane. De Santis condannato? L’hanno associato a noi senza motivo. Fiorentina in lotta per non retrocedere, Milan a un punto da noi. Martedì alle 14 Meani, dirigente del Milan, chiama De Santis: 'Guarda che abbiamo Kakà e Rui Costa diffidati, non li ammonire che poi la partita dopo abbiamo la Juve'. Fosse stato un nostro sodale, avrebbe chiamato l’ufficio inchieste e il Milan sarebbe finito in Serie B. Se ricordi quella partita, De Santis negò un rigore alla Fiorentina e permise a quelli del Milan di menare. Noi zitti. La mattina dopo De Santis chiama Meani: 'Hai visto, solo io riesco a non farli parlare quelli…'. Meani: 'Te sei un amico, l’ho già detto a Galliani'.
"Prima di Calciopoli, Moratti mi aveva preso all’Inter. Alla Juve avevo fatto il mio tempo. Firmai il contratto. Moratti mi chiese di dar via Moriero. Riuscii a venderlo al Middlesbrough, ma lasciai il merito a Mazzola. Il giorno dopo vengo a sapere che avevano rinnovato il contratto a Moriero. Iuliano su Ronaldo? Probabilmente era rigore. Ma quell’Inter neanche doveva starci in Serie A. Doveva essere retrocessa per lo scandalo del passaporto di Recoba".
"Pentito? Mi pento di non aver preso a manate qualcuno. Se penso che uno come Meani l’hanno fatto passare per magazziniere… Si devono vergognare tutti. La Juve sarà sempre odiata, ma non ci sarà una seconda Calciopoli. Non ci sono più Telecom, Tronchetti Provera e Montezemolo. E non c’è più Blatter. Che ringraziò pubblicamente Montezemolo di aver ritirato il ricorso al Tar contro la sentenza che retrocedeva la Juve".