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Intervenuto ai microfoni di Gianlucadimarzio.com, Livio Miretti ha raccontato aneddoti e segreti del figlio Fabio, grande protagonista domenica all'esordio da titolare con la maglia della Juve.

EMOZIONI - "Fabio è un ragazzo impulsivo. A volte lo è anche troppo, si arrabbia in campo quando non dovrebbe e glielo dico sempre (ride, ndr.). Non mi sarei mai aspettato un esordio del genere con tanta personalità, sembra che non riesca a percepire emozioni quando entra in campo".

LA VIGILIA - "Lo avevo chiamato il giorno prima della partita contro il Venezia e mi aveva detto che sarebbe partito dall’inizio. Gli ho chiesto: "Sei emozionato?", "No, perché dovrei esserlo? Se devo giocare io gioco". Per lui non cambia nulla giocare con la Juventus o al cortile con gli amici, magari crescendo cambierà qualcosa ma è una cosa che non mi riesco a spiegare. Io mi emoziono tantissimo ogni volta, contro il Venezia mi ha colpito nell’intervista quando ha parlato della sua famiglia. Per ora è ancora una sensazione strana, probabilmente ancora non concepisco bene il tutto".

GIORNATA TIPO - "Quando è a casa fa la vita da ragazzo semplice, tranquillo: chiama gli amici, vanno a fare una partita a basket e non si esalta per tutto ciò che potrebbe riservargli il futuro. Questa è una caratteristica che ha sempre avuto, è nella sua personalità. Ha sempre voluto giocare a calcio sapendo che ci sarebbero stati ostacoli e sforzi da fare, ma la sua volontà è stata la stessa e sono orgoglioso che ci sta riuscendo".

L'ANEDDOTO - "Una curiosità divertente è che fin da piccolo non ha mai riportato a casa foto o autografi dei giocatori, per lui erano persone normali. Magari già pensava: "Un giorno ci arriverò io a quei livelli", è un ragazzo semplice”.

CON I COMPAGNI - "Nello spogliatoio della Juventus si trova bene con tutti, gli piace stare con Manuel Locatelli perché è un ragazzo giovane come lui. Bonucci e Chiellini lo stanno aiutando molto nella crescita, anche nel post partita contro il Venezia loro hanno parlato bene di lui e si può solo crescere con un ambiente del genere. Si fosse trovato un po’ più di coraggio prima nel lanciarlo… Spero che possa diventare una bandiera della Juventus, sarebbe un bellissimo sogno. La cosa importante è che Fabio resterà con i piedi per terra: ci saranno molte pressioni e dovrà reggerle, un conto è sbagliare un pallone con l’U23 ed un altro conto è farlo con la prima squadra. Per ora sta andando tutto bene, ci godiamo il momento".