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“Mi scuso a nome della squadra per la veemenza e l’agitazione a fine partita”, aveva detto davanti alle telecamere Vincenzo Montella, a pochi minuti dal termine di Juventus-Milan. Chissà se il tecnico rossonero pensava già alle devastazioni provocate dai suoi calciatori nello spogliatoio dello Stadium, con arredi rotti, lampade sfasciate, qualche scritta ingiuriosa sui muri, un seggiolino sganciato e una bottiglietta scagliata contro uno degli scudetti affissi nel corridoio. Atti che, se avvenissero in qualsiasi altro settore dello stadio, garantirebbero ai responsabili un Daspo immediato. 

PROVVEDIMENTI - La Juve, come riportato da Repubblica, non sporgerà denuncia per quanto accaduto nello spogliatoio degli ospiti, né chiederà i danni al club rossonero. Che intanto si è nascosto dietro un facile “no comment”, che comprende sia l’andamento del match che il convulso post-partita. Adesso spetterà al giudice sportivo la scelta sui necessari provvedimenti da prendere dopo questi vergognosi episodi. con la decisione che si baserà soprattutto sul referto dell’arbitro. A proposito: da alcune ricostruzioni risulta che fra i rossoneri più scatenati ci fossero proprio Bacca e Donnarumma, già protagonisti di qualche parola di troppo pronunciata dopo il fischio finale. Dopo interverranno eventualmente la procura federale e gli organi di giustizia sportiva.

CHI RISCHIA - Sotto i riflettori c'è proprio Carlos Bacca, che avrebbe pronunciato insulti molto gravi arrivando persino vicino al contatto fisico col direttore di gara. Decisivo l'intervento di Montella, che ha frenato parzialmente la furia del proprio attaccante. Che però subirà probabilmente una squalifica non inferiore ai 2 turni, se non più grave. Ma attenzione anche alle posizioni di Poli, Romagnoli e Donnarumma, con la curiosità che va ovviamente a quanto scritto da Massa sul referto. Non può stare tranquillo neppure Adriano Galliani, che ha abbandonato la sua postazione in tribuna nei minuti finali della partita e che, nel caos successivo al triplice fischio, si è ritrovato in campo per difendere le ragioni rossonere. Secondo la ricostruzione de La Gazzetta dello Sport, nel tunnel l'amministrazione delegato sarebbe andato oltre, giustificando un'eventuale sanzione anche nei suoi confronti.