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San Siro è ancora scosso dal tormentone che accompagna ogni prestazione di Emerson Royal sulla fascia destra: "Ma avevamo Kalulu... e l'abbiamo dato alla Juve!". Un sentimento di rammarico che sembra rappresentare il pensiero dominante tra i tifosi rossoneri, convinti che la cessione di Pierre Kalulu sia stata un errore, soprattutto alla luce delle evidenti lacune mostrate sulla fascia destra nella prima metà di stagione.

La decisione di privarsi di Kalulu, considerato dalla dirigenza più un centrale che un laterale, è stata presa anche per via dell’abbondanza di difensori centrali nel Milan (Gabbia, Thiaw, Tomori e Pavlovic). Tuttavia, il rendimento del francese alla Juventus sta facendo rivalutare la scelta, alimentando i dubbi sul mercato rossonero.


Il caso Tomori: tra panchina e voci di mercato


A complicare la situazione, si aggiunge il caso Fikayo Tomori. Il difensore inglese, ormai relegato ai margini nelle gerarchie di Paulo Fonseca, è finito nel mirino della Juventus, che cerca un centrale per sopperire al grave infortunio di Bremer. Tomori, che ha giocato da titolare in campionato per l’ultima volta il 6 ottobre nella sconfitta contro la Fiorentina, ha accumulato solo 11 minuti in Serie A da allora.

In Champions League, Tomori era stato schierato titolare nelle prime cinque gare, salvo rimanere in panchina nell’ultima sfida casalinga contro la Stella Rossa. Nel frattempo, la coppia Gabbia-Thiaw ha conquistato il cuore di Fonseca, garantendo stabilità a un reparto difensivo che prima appariva troppo fragile.

Dal match contro il Cagliari in poi, il Milan ha subito solo due gol in cinque partite di campionato, entrambi a Bergamo contro l’Atalanta, il miglior attacco della Serie A. Nelle altre quattro sfide, Maignan ha mantenuto la porta inviolata, consolidando la fiducia nella nuova coppia centrale.


Il pericolo di rafforzare una rivale


Il Milan deve anche valutare con attenzione l’ipotesi di cedere Tomori alla Juventus. Dopo l'affare Kalulu, difficilmente i tifosi accetterebbero di vedere un altro ex protagonista dello scudetto 2022 brillare con una diretta concorrente per l’Europa. Rafforzare una rivale diretta, soprattutto in una fase delicata della stagione, potrebbe rivelarsi un errore strategico difficile da giustificare.

La palla è ora nelle mani della dirigenza rossonera, che dovrà bilanciare esigenze economiche e tecniche con la pressione della piazza e le ambizioni della squadra.