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Olivier Giroud si racconta senza filtri. L'attaccante del Milan ha parlato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport: "Se sono qui lo devo alle prestazioni con il Milan, dove mi sono integrato al meglio, ma anche al lavoro quotidiano con il magnifico gruppo di compagni, e con lo staff di Pioli".

SULLA LOTTA SCUDETTO - "L’Inter non è affondata e rimane un pericolo come il Napoli e la Juve. Siamo coscienti che lo scudetto sia alla portata, ma bisogna rimanere lucidi, umili, continuare a lavorare duro fino alla fine. Abbiamo solo delle finali da giocare, le affronteremo al 200 per cento per realizzare il nostro obiettivo che poi è anche un sogno: riportare al Milan lo scudetto, undici anni dopo l’ultimo".

SOGNAVA DI VINCERE LA PREMIER, LO SCUDETTO? - "Certo che sì, perché è un altro sogno d’infanzia. È vero, da ragazzo seguivo molto l’Arsenal dei francesi, ma tifavo molto il Milan del mio giocatore preferito Shevchenko. Sarei davvero fiero di fare vincere il Milan come lui".

PARAGONE CON LO SCUDETTO DEL 2011 - "C’è una perfetta alchimia tra i giocatori di esperienza e i giovani. Vedo gli ingredienti giusti e il giusto equilibrio che mi fa ben sperare. Non nego che allora c’erano grandi star come Ronaldinho, Pirlo, Nesta, Seedorf, Inzaghi. Insomma era il grande Milan ma anche questo Milan ha qualche nome importante e soprattutto molti giovani che fanno ben sperare per il futuro".

SUL FUTURO - "Condividiamo la stessa voglia e determinazione di andare oltre i limiti e continuare a dare il nostro contributo. Non so se giocherò fino a quarant’anni, ma voglio rimanere al vertice finché il fisico me lo permette. Mentalmente sono già pronto. Al Milan sto bene, i tifosi mi hanno accolto benissimo, ho sfruttato al meglio questa opportunità ritagliandomi il mio spazio. E’ chiaro che sul medio periodo ho voglia di restare per un altro po’ al Milan".
SULLA SERIE A - "Non mi aspettavo tanta intensità anche contro squadre sulla carta meno forti. Tutte pressano e vanno in marcatura a tutto campo, attaccano per vincere, prendendo rischi, senza timore. Dell’Atalanta si sapeva, ma abbiamo faticato pure con Salernitana o lo Spezia di Thiago Motta, al di là dell’episodio arbitrale controverso. E sarà dura anche al ritorno con Torino e Verona. Bisogna restare concentrati perché è un campionato davvero competitivo. Poi, si possono migliorare i terreni di gioco: in Premier sono davvero perfetti. Ho visto qualche spogliatoio un po’ piccolo, ma ce ne sono pure in Premier. La verità è che è un calcio che mi piace".